Danza
ALCHEMY

Alchimia Momix

Alchimia Momix

Spostandosi di tanto in tanto dal Joyce Theatre di New York, loro appoggio abituale, i Momix hanno donato con le loro eccezionali performances, anno dopo anno un soffio di stravagante ma autentica poesia, alle platee di tutto il mondo. Con l’Operaestate Festival Veneto, poi, hanno stabilito un rapporto particolare, dato che dal 2008 ad oggi vi hanno sempre fatto ritorno, portandovi in scena ogni nuovo spettacolo scaturito dall’estro e dall’inesauribile inventiva del coreografo americano Moses Pendleton, il loro fondatore ed artefice. Dopo le divagazioni fantastiche di “Sun Flower Moon", "Bothanica", "Opus Cactus" e "The Best of Momix", con la più recente “Bothanica”  lo spettatore era stato portato per mano attraverso il divenire della quattro stagioni, e le meraviglie del mondo vegetale.

In “Alchemy”, spettacolo varato l’anno scorso, stavolta Pendleton intende guidarci attraverso i quattro elementi primordiali - Acqua, Aria, Fuoco e Terra – facendoci intraprendere un viaggio surreale e prodigioso: un viaggio trapuntato di immagini incantate, metamorfosi stupefacenti, coreografie immaginifiche, con l’intento di stupire lo spettatore, esprimersi in un linguaggio visivo nel quale fiaba, meraviglia, sensualità ed un pizzico di humour procedono di pari passo. «Il mutamento dei corpi in luce e della luce nei corpi è strettamente conforme al corso della natura, che sembra prediligere le trasformazioni» annotava tre secoli fa Isaac Newton, con parole che oggi Pendleton riprende nei suoi appunti in margine a questa sua ultima produzione, e che l’hanno evidentemente ispirato. 
I dieci solisti che traspongono sulla scena le sue invenzioni – scene ispirate dalle leggende legate a quelle figure che nel passato praticavano la magia e l'alchimia, per ottenere un elisiri di immortalità o tramutare un vile materiale in oro - sono danzatori/acrobati tutti di magistrale livello tecnico, scelti, addestrati ed affiatati con estrema cura: Momix un po’ si nasce, ma sopra tutto lo si diventa dopo un ‘training’ durissimo e selettivo. E così, anche grazie a loro, ad ad ogni nuovo spettacolo la meraviglia si rinnova, ed ecco così consegnati alla storia 75 minuti di emozionanti e fantastiche immagini visive, e di sorprendenti variazioni coreografiche – difficilissimo ahimé descriverle, l’unica cosa è vederle - su cosa può fare l’evoluzione della materia, su cosa può accadere in una goccia d’acqua, su come la luce può giocare cadendo sui corpi ed attraversando i corpi. Danza ed illusionismo, movimento e magia, accompagnati da un divenire continuo di luci fiabesche, di oggetti pronti ad ogni trasformazione, con un pubblico che resta incollato alla sedia, ammaliato dallo spettacolo ma pronto ad esplodere in un boato d’entusiasmo al finire d’ogni scena. “Alchemy” è insomma una stupenda, anticonvenzionale favola moderna, che i Momix ci narrano con coreografie travolgenti.
I costumi, come sempre di estrema raffinatezza e costruiti con geniale fantasia – basi pensare ai candidi abiti delle fluttuanti danzatrici/meduse - sono stati disegnati da Phoebe Katzin, Cynthia Quinn e dallo stesso Pendleton. La meravigliosa geometria delle luci si deve a Michael Korsch; le musiche, di eterogenea provenienza, sono state mixate da Andrew Hansen; le videoproiezioni ideate da Pendleton sono state realizzate e montate da Woodrow F. Dick III.

Visto il
al Politeama Genovese di Genova (GE)