Danza
ALCHEMY

Momix: are we human or are we dancer?

Momix: are we human or are we dancer?

“Quando l’occhio è rapito da una alchimia di suoni, luci, colori, visioni, inizia a vedere cose che altrimenti sarebbe impossibilitato a vedere”, queste le parole di Moses Pendleton per "Alchemy", l’ultima sua creazione, in tournèe per il secondo anno consecutivo.

MOMIX, compagnia di ballerini diretta dall'americano Moses Pendleton è conosciuta e apprezzata nel mondo per le sue opere  di eccezionale bellezza e originalità, infatti sin dalla fondazione ha ottenuto grande notorietà e successo per la sua capacità  di evocare un mondo di immagini surreali, poetiche, quasi magiche utilizzando il corpo e le sue molteplici possibilità, i costumi, gli attrezzi, le luci e le ombre.

Regista e coreografo, guida e fondatore dei Momix, Moses Pendleton, originario del Vermont, si è laureato in letteratura inglese al Dartmouth College nel 1971 e, quello stesso anno, ha fondato con Jonathan Wolken il Pilobolus Dance Theatre.
Negli anni '70 Pilobolus ha conquistato le platee di tutto il mondo grazie ad una geniale ed insolita combinazione di acrobatismo e fantasia: nel 1975 vince il Premio della Critica a Berlino e nel 1977 viene presentato a Broadway.
Pur rimanendo uno dei direttori artistici di Pilobolus, alla fine degli anni ’70 Pendleton inizia a lavorare da solo e nel 1980 fonda la Compagnia MOMIX, sviluppando un'intuizione geniale: fondere danza e sport, creando un mix in un flusso continuo d'immagini plastiche e dinamiche, scandito da metamorfosi continue ed enfatizzate da un uso sapiente e raffinato delle luci e dei colori.
"Ho sempre puntato all'entertainment", spiega Moses "anche quando veniva attribuito un significato cheap a questo termine. Come se il divertimento equivalesse necessariamente agli hit più commerciali. Invece persino un artista come Balanchine si proponeva d'essere un intrattenitore".

Assistere a uno spettacolo dei Momix è un’esperienza speciale, unica nel suo genere: le luci si spengono, inizia lo spettacolo, il tempo sembra fermarsi, si è travolti in un’altra dimensione dove la danza contemporanea diventa altro da sé, supera i confini fisici e spaziali, regalando momenti di rara bellezza e poesia. I corpi perdono consistenza, fluttuano, sfidano le leggi di gravità, seducono con i loro movimenti sinuosi, le sfide acrobatiche e le sequenze circensi: Alchemy è una serie di creazioni illusionistiche e psichedeliche, di forme della natura modellate dai corpi in movimento.

Dopo "Sun Flower Moon", "Bothanica", "Opus Cactus" e "The Best of Momix" è il turno di "Alchemy", spettacolo multimediale, che ha incantato e stupito il pubblico. 
Si può dire, in fondo, che non è nulla di nuovo, molto simile ai lavori precedenti, che effettivamente ormai tutto sia già stato inventato, pensato, scritto, cantato e danzato, ma i Momix ogni volta che salgono sul palco riescono a infrangere questa convinzione e a conquistare totalmente il pubblico, lasciandolo estasiato. E’ un copione che si ripete sempre, succede - forse è proprio questa la magia nascosta del teatro: riuscire a coinvolgere empaticamente, emotivamente, intellettualmente senza una ragione apparente, succede e basta. Nel caso dei Momix il segreto sta nel taglio che Pendleton dà allo spettacolo: non viene rappresentato nulla di nuovo - in scena si narra degli elementi primordiali e della loro evoluzione materica, ma  nuova è la prospettiva di analisi. «Il mutamento dei corpi in luce e della luce nei corpi è strettamente conforme al corso della natura, che sembra prediligere le trasformazioni» scrive Isaac Newton e riporta Pendleton nei suoi appunti.

Alchemy non tradisce le aspettative dei fan dei Momix, utilizzando gli elementi scenografici, i costumi, le musiche e le proiezioni video per creare illusioni ottiche, per condurre il pubblico attraverso un caleidoscopio di immagini e suoni dove lo stupore e la meraviglia dominano incontrastati. È uno spettacolo multimediale che coniuga l’eccellenza tecnica di superbi ballerini, una coreografia originale, un apparato scenografico multifunzionale di forte impatto e un disegno luci intelligente, fortemente evocativo, coreografato con precisione matematica, proprio come la danza: effetti luminosi ultratecnologici, insieme a proiezioni visionarie caratterizzano Alchemy, in un viaggio d'innesti e amalgami.

In ALCHEMY Pendleton esplora i quattro elementi primordiali – terra, aria, fuoco, acqua – e ne svela i segreti; Alchemy è un viaggio attraverso i simboli e i misteri dell'alchimia per dar vita a quadri dominati dal rosso, il bianco, il nero e l'oro, metallo solare inseguito dagli alchimisti. È una creazione in grado di attirare lo spettatore in un’altra dimensione, surreale, a tratti magica in cui dominano incontrastate arcane suggestioni.

La musica è una componente importante dello spettacolo, caratterizzata da un collage di brani composito, con titoli che spaziano  dall'etnico al rock e con una forte presenza di Ennio Morricone ("The Mission" e "Once Upon a Time in America").

Gli interpreti sono un ensemble dieci danzatori talentuosi di varie razze e provenienza: Tsarra Bequette, Jennifer Chicheportiche, Catherine Jaeger, Rebecca Rasmussen, Evelyn Toh, Arron Canfield, Eduardo Fernandez, Vincent Harris, Steven Marshall, Ryan Taylor .

Moses Pendleton, il coreografo che è riuscito a combinare danza contemporanea e illusionismo, continua ad aggiungere nuove tappe al suo personale percorso artistico, da sempre alla ricerca di innovazione e nuove forme espressive. Da sottolineare la sua straordinaria capacità di coniugare le notevoli qualità tecniche ed espressive dei membri della compagnia Momix a un’originalità che continua a scrivere capitoli nella storia della danza contemporanea.

"Alchemy" è una favola moderna, in cui i corpi cambiano, mutano, diventano altro da sé, in cui si assiste alla trasformazione «del piombo in oro, della stanchezza in estasi, dei corpi in anime» (ispirazione tratta da "Rosa Alchemica" di William Butler Yeats), ma «il prodigio maggiore – dice il coreografo– è far sgorgare l'oro da dentro di noi».

Visto il 07-02-2014
al EuropAuditorium di Bologna (BO)