ALICE

La favola di Carroll riletta da Matteo Tarasco

La favola di Carroll riletta da Matteo Tarasco

"..La cosa migliore per te, nella tua condizione, è fuggire da qui. Ma purtroppo è inutile. Ti prenderanno. Quando il mondo si difende dalle persone scomode, come te, diventa invincibile!"

 

A oltre un secolo dalla sua pubblicazione, Alice, come romanzo e come personaggio, conserva intatta tutta la sua freschezza e incanta chi nel suo mondo distorto scopre un altro sé pronto a sfidare accadimenti che mettono in discussione la realtà. Le infinite declinazioni teatrali e non che il capolavoro di Lewis Carroll ha avuto nel corso del tempo testimoniano il fascino che questo testo ha suscitato su intere generazioni di artisti che ne hanno tratto ispirazione, adattando e osservando l’opera da una moltitudine di punti di vista e con diverse chiavi d’interpretazione.

La lettura di Matteo Tarasco, regista che ha trovato nel classico la sua più congeniale cifra stilistica, porta in scena un’Alice in scarpe da tennis (interpretata da una solidissima Romina Mondello) di oggi e forse di sempre. Anzi, l’idea che sottostà a questo spettacolo incantevole e inquietante al tempo stesso è quella di sottolineare ed espandere questa contemporaneità pur dando grande spazio al fantastico, a cominciare dalla sorprendente scenografia che assegna il ruolo di quarta parete al soffitto del claustrofobico ambiente a metà tra la stanza di un manicomio e una cella di detenzione. Gli attori sono così costretti a muoversi sulla scena sfidando le loro possibilità fisiche e la stessa forza di gravità, fatica richiesta dalla necessità di aderire all’insolita prospettiva che ricorda da lontano la stagione della post avanguardia, specie del primo Mario Martone e di Falso Movimento.

Alice qui è una sorta di sorella rovesciata di Amleto: se, infatti, questi si rifugia nella finzione della follia, lei si rifugia nella follia della finzione, dove tutto può essere o non essere. La sospensione dell’incredulità è allora d’obbligo e il gusto del gioco non può essere dimenticato ma va riscoperto con occhi che sappiano guardare oltre il consueto.  Alice dentro il suo buco nero è spaesata, si rannicchia, rotola e si contorce in cerca di un appiglio su cui sorreggere le membra e la mente, trascinandosi da un qui precario ad un altrove altrettanto instabile.

Nella stanza via via giungono in visita gli intensi personaggi disegnati della fantasia di Carroll: dal Bianconiglio a Humpty Dumpty, dal Cappellaio Matto al Bruco e ancora la Regina di Cuori, la Duchessa e l’Unicorno… Tutti ottimamente interpretati da un terzetto di attori (Odette Piscitelli, Federica Rosellini, Salvatore Rancato) a ciascuno dei quali è riservato più di un ruolo, vestiti di meravigliosi abiti fiabeschi.

Il risultato è sublime, e  dà le vertigini, immergendo lo spettatore in un mondo capovolto intessuto di profonda inquietudine. Un mondo dove è tratteggiata con grazia l’essenza stessa della vita, il perdersi per poi ritrovarsi. E forse, tra i sogni segreti di tanti, c’è uno specchio di là dal quale riscoprire la bellezza della vita reale attraverso la propria autenticità.
 

Visto il 11-03-2014
al Cine Teatro Olbia di Olbia (SS)