Alone togheter-solo insieme, …

Alone togheter-solo insieme, …
Alone togheter-solo insieme, questo il titolo dello spettacolo musicale presentato al Teatro Belli interpretato da Marco Di Stefano, la regia dello spettacolo é affidata a Tanya Khabarova, attrice e danzatrice del teatro-danza russo. Il monologo è dedicato alla memoria di Romano Colombaioni, artista circense amato da Federico Fellini e Dario Fo, apprezzato in vita per la sua opera artistica e dimenticato dopo la morte come se non fosse mai esistito. Sul palco solo un’attore, che accompagnato da un pianista, nello spazio del palcoscenico riesce a renderci la piazza, la strada e perché no, il circo, luogo deputato dei clown, i quali portano il sorriso la dove ve ne è più bisogno. Questo l’insegnamento che trapela dalle tensioni e dall’energia che ha impiegato Marco Di Stefano per restituirci, solo in parte, quella che deve essere stata una vita dedita alla semplicità e l’ingenuità caratteristica del clown, la sua capacità di trovare in un sorriso la forza di crederci ancora, e nei sogni la realizzazione della nostra realtà. In scena il lavoro attoriale è proteso al coinvolgimento e alla partecipazione attiva del pubblico, il quale viene coinvolto in gang e risate, e condotto così verso una riflessione sulla vita e sulla morte, sulla solitudine che spesso ci invade e non sappiano come sconfiggerla, e soprattutto sul modo migliore per affrontare i problemi e le paure e con leggerezza, imparare a ridere dei nostri difetti e delle nostre ansie. L’energia donata dall’attore, che si consuma per il suo pubblico, ci rende la sensazione emotiva di essere pronti per un viaggio catartico, condotto dal nostro menestrello, in una dimensione alle volte troppo sua, non sempre riusciamo a seguirlo nei suoi viaggi pindarici, nonostante la carica emotiva non smetta mai di essere intensa. Molto più carico di grande interesse il lavoro fatto sul corpo dell’attore, il quale con grande maestria utilizza il corpo, la voce, il movimento, la naturalezza, e ancora molteplici tecniche di mimo, il tutto scandito da un impeccabile ritmo, cercando, ed ottenendo, una comunicazione diretta, onesta, e sincera con il pubblico. Questa viene recepita e condivisa in un gioco di ruoli in cui il pubblico ricambia le fatiche dell’attore, riconoscendosi in lui e partecipando calorosamente ed emotivamente al flusso dello spettacolo. Ma la forza di volontà e l’insegnamento che è entrato nelle vene di Marco Di Stefano, grazie alla fortuna di avere trovato un vero maestro lungo la sua strada artistica, ci si palese in ogni suo gesto e in ogni sua acrobazia. Lascia l’amaro in bocca l’impossibilità di conoscere affondo un artista che ha saputo trasmettere così tanto ma che poi è stato lasciato nel fondo del cassetto dei ricordi. C’è ancora un grande bisogno di artisti pronti a dare loro stessi per il teatro e per l’espressione dell’arte più pura, quella che arriva al cuore. Lo spettacolo è in scena al Teatro Belli fino al 13 Maggio.