“Amleto” è una delle tragedie shakesperiane più conosciute e più rappresentate in quasi ogni paese occidentale. E’ considerato un testo cruciale per attori maturi e il monologo "essere o non essere", presente nel terzo atto dell’opera, vanta un’ immensa gamma di interpretazioni sui palcoscenici di tutto il mondo. Gabriella “Lella” Costa, attrice milanese molto amata da pubblico e critica fin dalle prime apparizioni sul palcoscenico ( “Adlib” e “Coincidenze” sono grandi successi degli anni ‘80), porta in scena una rivisitazione personale della tragica storia del principe di Danimarca.
In quest’opera viene descritto perfettamente il tema della vendetta, ma ancor più importante pare essere quello della follia, vera o simulata, alla quale il giovane e cupo protagonista si aggrappa per raggiungere il suo scopo: vendicare la morte del padre, avvelenato dallo zio Claudio per potergli succedere al trono; punire adeguatamente la madre Gertrude per aver sposato proprio il meschino cognato, subito dopo essere rimasta vedova; amare in gran segreto la bella Ofelia, nonostante gli ostacoli posti dalle famiglie. La vicenda si conclude nel modo più tragico possibile, tra duelli, spargimenti di sangue, avvelenamenti e suicidi. Una vera e propria carneficina, nella quale anche Amleto perde la vita.
Lella Costa analizza il complesso e ambiguo testo shakesperiano facendone esaltare tutta la sua attualità e mostrando quanto l’uomo - Amleto sia moderno e reale anche al giorno d’oggi, in ogni angolo del mondo. Prende questo personaggio, lo fa suo e ne mostra i mille volti e le mille sfumature: “Essere o non essere”, “Implodere o esplodere”. Ed ecco che inizia il racconto della follia, della guerra, dell’amore, della vendetta, dell’esasperazione, del lutto.
L’Amleto portato nei teatri italiani dalla Costa, con la regia di Giorgio Gallione ( il quale ha scelto una scenografia tipica seicentesca ) e le musiche originali e novecentesche di Stefano Bollani, riassume in sé il pazzo e il simulatore, la follia e il metodo. Contrasti che permettono di riflettere sul passato e sul presente, situazioni che portano lo spettatore a uno “sforzo” culturale che va da Freud a Sartre, da Marx a Flaubert. Un quadro nel quale non mancano pennellate di comicità e ironia, tutt’altro che leggere e casuali.
Un Amleto “fool immersion”, come sostiene la stessa Lella Costa. Profonda e sensibile.
Modena, Teatro Storchi, 18 febbraio 2007
Visto il
al
Carcano
di Milano
(MI)