Valeria Perdonò, accompagnata al pianoforte da Marco Sforza (calato fin troppo simpaticamente nel ruolo del musicista da palcoscenico), con sensibilità, passione e ironia costruisce uno spettacolo che si dipana tra cronaca e poesia, tra documenti e musica, tra attualità e humour.
Ispirandosi all'omonimo libro Amorosi assassini, l’attrice raccoglie spunti lontani tra loro, da Esiodo a Simonide e Aristotele, da Alda Merini a De Andrè, da Giorgio Gaber, fino al Trio Lescano, e a una conturbante interpretazione in stile Jessica Rabbit del brano Why don’t you Do Right?; per poi tornare, ai sondaggi, alla cronaca e agli articoli di giornale. Per combattere l'indifferenza verso la violenza sulle donne, tema che purtroppo ogni giorno diventa esponenzialmente protagonista della cronaca.
La storia che più ha colpito l’attrice dal libro Amorosi assassini è quella di Francesca Baleani, che nel 2006 è stata quasi uccisa dal suo ex marito, Bruno Carletti, ma si è salvata per miracolo ed è riuscita a ricominciare una nuova vita. E lui è tornato in libertà dopo una condanna a nove anni e quattro mesi di reclusione…
Parallelamente, tra ironia, musica, canzoni e storie o filosofie di condotta neanche troppo lontane nel tempo, l’attrice sembra voler spostare l’attenzione su un aneddoto di vita personale, in una Milano contemporanea, che sembra troppo spesso continuare a far finta di niente circa la drammaticità di fenomeni quali la violenza di genere o il femminicidio.
Uno spettacolo appassionato e pervaso di poesia, che risulterebbe anche più poetico “ridistribuendo” il rapporto di equilibrio tra riflessione e racconto.