I giornalisti a teatro non sono una novità e, sebbene possano non convincere i più, sono una gran risorsa da sfruttare - risorsa nei termini di produzione di conoscenza, uno degli scopi più o meno manifesti del teatro. Se nel teatro “classico” otteniamo prevalentemente una conoscenza emotiva, in quanto le storie (che siano drammi, storie d’amore, avventure, etc…) trasmettono esperienze altrui che forse non proveremmo mai, nel teatro “civile” troviamo una conoscenza di altro tipo, forse meno aulica ma più attuale. Travaglio arringa la folla non per fare politica ma per enunciare dati di fatto lontani dalla portata delle conoscenze del cittadino medio per, a sentire lui, un problema di servilismo della classe giornalistica italiana. Non è uno dei suoi monologhi da programma televisivo o da testata giornalistica, quanto una vera e propria drammaturgia da teatro civile in grado di tenere vivo l’interesse per tre ore. E, incredibile a dirsi, non solo per gli argomenti presentati, ma anche per come sono rappresentati.
L’altra componente che attrae maggiormente l’attenzione è la sincera dichiarazione di affetto nei confronti del mentore Indro Montanelli, i cui scritti vengono dati alla vita da Isabella Ferrari (non in perfetta forma) e la cui voce si manifesta come monito dal cielo per i posteri.
Noi siamo quei posteri.
La struttura dello spettacolo è semplice: un monologo di Travaglio, un atto d’amore nei confronti di Montanelli e, quando è necessario per staccare il ritmo, musica.
Semplice, e forse in questa semplicità sta la potenza di Anestesia Totale.
Memore dell’esperienza di “Promemoria”, Travaglio ha intuito quanto possano essere grotteschi i fatti di cronaca attuale e quanto la casta non sia niente più che una lunga serie di venditori di fumo consunti, disposti a tutto pur di perpetuare la loro condizione di mantenuti. Oltre a ciò la volontà del giornalista è quella di restaurare lo status della professione come cane da guardia della politica e non di compiacente servo).
Il teatro come vaccino all’anestesia totale propinataci dalla televisione. Una concezione poetica dell’arte teatrale in grado di commuovere gli amanti del genere, ma anche in grado di appassionare chiunque abbia a cuore questa nostra italia.
Prosa
ANESTESIA TOTALE
Vaccino à la Montanelli
Visto il
25-04-2012
al
Colosseo
di Torino
(TO)