Prosa
ANTICA BABILONIA, MISSIONE DI PACE IN ZONA DI GUERRA

Gianni, un ventenne come tant…

Gianni, un ventenne come tant…
Gianni, un ventenne come tanti. Lontano da casa ascolta le canzoni di Nino D’Angelo, gli parlano della sua terra, dei suoi amori. Telefona spesso alla mamma, al padre, parla con la sorella, discorsi banali, che parlano di quotidiano, di ingenuità. Ha nostalgia di casa Gianni, ma non è un emigrato, e nemmeno uno studente fuori sede. È un soldato, ma non è di leva. È in guerra, Gianni. A Nassirja. Ma non può chiamarla guerra, perchè è lì in “missione di pace”. Ma si muore. E lui è destinato ad una fine che beffarda lo porterà via dal suo piccolo mondo pochi giorni prima del suo agognato rientro a casa. Una morte celebrata da autorità, mass media, dalle lacrime di coccodrillo del potere. Carmine Borrino, giovane attore napoletano, già interprete del fortunato musica SCUGNIZZI si concede alla scrittura di un copione lucido, emozionante, senza ipocrisie. Il suo Gianni è un ragazzo come tanti, non ha dei fortissimi ideali, un po’ qualunquista, ama le macchine importanti, le ragazze facili, ma la morte lo renderà, suo malgrado, un eroe, come quelli cantati da Omero. Ottima l’intuizione registica del bravo Roberto Azzurro, che dirige magistralmente l’attore Borrino, e lo avvolge in un buio appena squarciato da fasci di luci che lo collocano in quello stato di solitudine in cui vive e muore il suo personaggio. Azzurro, pur impegnandosi in un testo “sociale” e “politico” non perde mai di vista la teatralità ed il caldo fattore emozionale. In scena non urla, non violenza, nemmeno rumore di bombe, né tanto meno oscenità: è oscena la guerra, con le sue urla di dolore e di ferocia, con la sua violenza e le sue bombe, con la sua fame di eroi. Napoli, TEATRO ELICANTROPO - 21 Gennaio 2007
Visto il
al Il Primo di Napoli (NA)