Un'Antingone interessante

Un'Antingone interessante

Per Antigone Alessandro Vantini sceglie un approccio completamente diverso rispetto quello dell'Edipo re che presenta al Sala Uno in abbinamento (i due spettacoli sono in scena entrambi lo stesso giorno, a orari diversi). Andando a fondo di un dramma, di una tragedia, che propone la fondazione di un nuovo patto tra città e divinità (dove alla legge divina si sostituisce quella umana che però non può prescindere da quella precedente) Ventini sfronda il testo (anche in questo caso da lui stesso tradotto) sopratutto nei cori (la parte di commento) e pone la parola come elemento unico della drammaturgia.
Una scena vuota, delimitata per tre lati, tranne quello di proscenio da dei bastoni posti su dei rialzi di legno, a pochi centimetri da terra e un uso interessante (ma un po' distratto...) delle luci, sulla quale Vantini recita affiancato da Patrizia Bettini e Massimiliano Cutrera.
Riprendendo la consuetudine del teatro attico, i tre attori interpretano tutti i ruoli della tragedia, con una recitazione dinamica, a tratti disinvolta, senza mai forzare il senso del testo e la sua classicità però
Giocando con lo scarto che c'è tra l'attore (ognuno veste abiti contemporanei) e il personaggio, Vantini asciuga la tragedia dalla sua enfasi e dalla pomposità con cui è stata in passato tradotta (soprattutto l'edizione Einaudi del '48) e allestisce un vero e proprio Agone tra attori e personaggi cui corrisponde la competizione dei personaggi nella Tragedia.  Antigone, antesignana  del femminismo che si oppone al divieto di Creonte di seppellire suo fratello, morto in battaglia contro la città, e per questo considerato da Creonte un traditore, contro il quale si scaglia anche suo figlio Emone, promesso sposo di Antingone, che il padre accusa di essere schiavo di una donna. Un agone tra due concezioni del mondo quella dell'amore per i valori tradizionali rispettosi delle divinità e l'ostinatezza recalcitrante di Creonte che vuole imporre l'etica della città ad ogni costo anche a discapito degli dei.
Mentre Emone rappresenta il giovane che non ha timore di Amore e non si sente affatto minacciato nella virilità se mostra apertamente i suoi sentimenti ad Antigone.
Una triangolazione di ragioni e punti di vista della tragedia (la cui validità è sottolineata di volta in volta dal coro) che Vantini mette in scena con la sola recitazione.
Il risultato è forse meno immediato di Edipo perchè stavolta la drammaturgia  non fornisce allo spettatore nient'altro che il testo, sostenuto da una recitazione straordinariamente viva che mostra le notevoli doti interpretative di Alessandro Vantini e di Paola Bettini che è une eroica ribelle e animosa Antigone come è stata una Giocasta misurata e impassibile, mentre Massimiliano Cutrera passa con disinvoltura da un personaggio all'altro riuscendo per ognuno a proporre una chiave interpretativa credibile.
Il pubblico segue e comprende senza difficoltà per la mancanza dei soliti birignao con cui questi testi vengono spesso portati in scena e alla fine applaude riconoscente ed entusiasta.
Avendone la possibilità e il tempo si consiglia la visione delle due tragedie Antigone ed Edipo re lo stesso giorno per apprezzare ancora di più la diversità ma l'eguale cura di due allestimenti di notevole interesse.