Prosa
ANTON CECHOV I VOLTI DELL'ESSERE

In completa trasparenza d’int…

In completa trasparenza d’int…
In completa trasparenza d’intenti ed onestà, il Maestro Ivan Mori ha presentato al pubblico, ieri sera, presso l’accogliente scenario del Teatro Le Salette di Borgo, gli allievi del suo laboratorio di recitazione, che a soli due mesi dal loro primissimo approccio col mondo teatrale, hanno affrontato l’ardua impresa di portare in scena due atti unici di Anton Cechov, “L’orso” e “La corista”. L’accattivante coreografia d’apertura, ben realizzata dalla giovane ed espressiva Merilisa Stigliano, è seguita da un simbolico scambio di maschere che da il “battesimo” ai primi personaggi che prendono vita sul palco: La Cameriera, La Vedova e Clementina Armato nei panni maschili di Stefano, sentono l’importanza del loro compito e lo portano avanti con coraggio, senza lasciarsi intimidire dal primo impatto col pubblico. Si sente il lavoro di regia nell’accurata costruzione e caratterizzazione dei ruoli ed è apprezzabile anche il livello di apprendimento della dizione, non così scontato nel teatro contemporaneo romano. Si devono fare degli appunti, inevitabilmente – speriamo utili a questi neo-interpreti amatoriali, che invito a proseguire il loro cammino, viste le potenzialità – sul fatto che si percepisce l’assenza di un approfondito esame dell’autore rappresentato, cosicché i ragazzi sembrano non aver compreso e realizzato in modo personale, né “sentito” i loro personaggi. Ed ancora, segno della mancanza di esperienza, sono i silenzi troppo prolungati e “pesanti”, che creano dei vuoti di scena anziché un effetto di suspense ed anche la scarsa variazione di toni, sia nelle battute di ciascuno dei tre protagonisti che tra quelle dei tre, in generale. O, ancora, lo spegnersi temporaneo del ritmo, in alcune scene. La maggior difficoltà di questo primo atto l’ha incontrata, senz’altro, Clementina, che si è trovata a dare volto ad un personaggio maschile che più maschile (e a tratti maschilista) non avrebbe potuto essere e probabilmente anche a causa di questo raddoppiarsi degli ostacoli, non viene resa a fondo l’ironia che caratterizza Stefano e le sue battute, né la trasformazione repentina che lo mostra infatuato della vedova. I personaggi del secondo atto sembrano davvero isolati ciascuno nel proprio mondo, incapaci di comunicare, come spesso ricorre nelle opere di Cechov. Mentre La Corista, un po’ impacciata nella gestualità, non sa bene come muovere le mani, Nina invece, immobile come una statua, rappresenta bene la fermezza delle proprie posizioni e la sua interprete Merilisa si rivela forse l’attrice più promettente del gruppo, sebbene si debba riconoscere che anche la recitazione della Corista (Antonina Leccese) si carichi, pian piano, di emozione. Si intuisce, nell’insieme, lo sforzo e l’impegno che vorrebbero portare questa messa in scena ad un livello superiore del semplice “saggio” e il più vicino possibile ad uno spettacolo vero e proprio. Curioso il fatto che il pubblico di amici e parenti, forse composto di frequentatori non abituali del teatro e troppo preso a divertirsi a scoprire gli amici che diventano attori, reagisce ridendo, commentando e facendo battute su ogni elemento che, a livello strettamente personale, trova buffo, magari proprio nei momenti di maggior tensione emotiva… Roma, Teatro Le Salette, 18 Marzo 2009
Visto il
al Le Salette di Roma (RM)