Una scenografia essenziale, rigorosa e moderna priva della rappresentazione visiva delle vicende raccontate da William Shakespeare (Stratford-upon-Avon 1564 - 1616) in 'Antonio e Cleopatra' - tragedia rappresentata per la prima volta nel 1607 o 1608 e connotata da tante scene quanti sono gli spostamenti dell’azione e di non facile rappresentabilità - non depriva l’opera della vivacità e dell’energia che la caratterizzano, anzi evidenzia il gioco interiore dei protagonisti che muovono le fila degli avvenimenti e della Storia romana nel delicato momento di passaggio dalla Repubblica all’Impero attraverso sanguinose guerre civili.
Traduzione affascinante quella di Gianni Garrera con un fluire di parole - accordate a splendide musiche, opera di Ran Bagno, fertile e prolifico compositore - che divengono le reali interpreti di un dinamismo contraddittorio con i corpi plastici che compaiono dietro una rete nera, quasi fantasmi marmorei che risorgono da sepolcri dove spiccano teschi su cui hanno lavorato il tempo e la memoria, offuscando e cancellando quasi tutte le reliquie di gesta antiche.
E grazie all’attento lavoro compiuto dal regista Luca De Fusco i marmorei corpi maschili rivivono lotte politiche e personali che radicano anche in diverse concezioni di vita tra Occidente e Oriente con un Antonio - straordinario grazie alle capacità interpretative di Luca Lazzareschi - ammaliato dalla seducente e incantevole Gaia Aprea, una Cleopatra sensuale, esperta e matura il cui corpo sinuoso stupisce per la prorompente vitalità, la carica di animalità razionale e per la sensualità raffinata e composta, ma non per questo meno emblematica dell’eterno femminino.
Amori, lotte, gelosie, intrighi, tradimenti, ambizioni, meschinità, sete di potere, sentimenti nobili e odi profondi in questa tempesta di anime squassate dall’uragano della vita dove i vincitori come Cesare Ottaviano, il grande difensore del proprio potere in ascesa e della romanità, tributa grandi onori ai nemici vinti.
Un mix tra teatro e cinema dove ci si rende conto che non si tratta di riprese cinematografiche, ma di coinvolgenti interpretazioni in diretta e non solo quelle dei due principali protagonisti, ma di tutti gli attori - veramente eccezionali dalle ancelle ai comprimari nelle piccole, grandi o doppie parti - che dimostrano capacità atletiche nel muoversi con grazia sulla grande gradinata che si trasforma in palazzo imperiale e mausoleo della regina d’Egitto.
Le partecipazioni in video di Eros Pagni nella veste di Indovino e del Corpo di ballo accrescono il fascino e la freschezza di un’opera senza tempo.
Prosa
ANTONIO E CLEOPATRA
"Antonio e Cleopatra", eroi moderni
Visto il
15-02-2014
al
Carcano
di Milano
(MI)