Prosa
ANTONIO E CLEOPATRA

Antonio&Cleopatra: tra conflitto&passione

Antonio&Cleopatra: tra conflitto&passione

Approda a Bologna, all’Arena del Sole, la più famosa delle tragedie di Shakespeare, Antonio e Cleopatra, nella nuova traduzione di Gianni Garrera, con la regia e l’adattamento di Luca De Fusco, prodotto da Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia, Arena del Sole | Nuova Scena -Teatro Stabile di Bologna.

Protagonisti dello spettacolo, nel ruolo rispettivamente di Antonio e Cleopatra, Luca Lazzareschi e Gaia Aprea, accompagnati da Paolo Cresta, Stefano Ferraro, Serena Marziale, Giacinto Palmarini, Alfonso Postiglione, Federica Sandrini, Gabriele Saurio, Paolo Serra, Enzo Turrin, con la partecipazione in video di Eros Pagni.
Le scene sono di Maurizio Balò, i costumi di Zaira de Vincentiis, il disegno luci di Gigi Saccomandi, le musiche originali di Ran Bagno, il suono di Hubert Westkemper e le coreografie di Alessandra Panzavolta.

La lettura drammaturgica di Luca De Fusco della tragedia shakespeariana è di forte impatto visivo, una commistione di teatro, cinema e musica che gioca ad esaltare la potenza e l’intensità della parola, protagonista incontrastata della scena: strettissimo il rapporto tra la parola recitata e la musica, le cui partiture si fondono insieme.

Presentato con successo al Napoli Teatro Festival Italia dello scorso anno, Antonio e Cleopatra del regista Luca De Fusco ha una messa in scena essenziale, asciutta, dove l’incrocio tra teatro, cinema e musica gioca ad esaltare la potenza della parola.
Con questo spettacolo Luca De Fusco prosegue il lavoro già avviato con Vestire gli ignudi (2010)e con Antigone (2012), facendo un intenso uso della commistione teatro/video che punta ad un radicale rifiuto del naturalismo.
Attraverso l'uso combinato di immagine video e la forte presenza della musica, De Fusco cerca di realizzare un teatro di vocazione moderna, che però rimanga legato al passato, alla tradizione, con una messa in scena che richiama le origini del teatro in cui gli attori non si muovevano naturalisticamente, ma "dicevano" il testo, accompagnati dalla musica.

Antonio e Cleopatra  è un testo complesso come struttura tematica, è una grande sfida tentare di mettere in scena questo capolavoro assoluto, che moltiplica il tema centrale del conflitto in variazioni mutevoli che si intrecciano una nell’altra, si contrappongono, si completano, e tutte si uniscono e riflettono nel conflitto/passione tra i due protagonisti:  metafora del rapporto tra Oriente e Occidente, del conflitto che oppone due mondi, due tradizioni, due culture – il “giovane”impero romano in ascesa e il “vecchio” Egitto in declino, del contrasto tra vita privata e pubblica, senza mostrare né navi, né regge, ma facendo affidamento solo sulla parola shakespeariana, sul suo potere evocativo, che mai come in questa tragedia è immensa, magnifica, altisonante ed iperbolica, un ritorno alla visione di Shakespeare di realizzazioni sceniche sobrie e suggestive per le proprie opere.

“Antonio e Cleopatra – dichiara il regista Luca De Fusco – viene associato al monumentalismo e all’esotico, quasi fosse una sorta di Aida della prosa. Il nostro, invece, è uno spettacolo asciutto ed essenziale, tutto imperniato sulla valorizzazione della parola, nella nuova traduzione di Gianni Garrera, e sul rapporto con la musica dell’ israeliano Ran Bagno. (…) Anche dal punto di vista visivo niente navi, né eserciti, né palazzi imperiali ma un impianto rigoroso fatto di forti contrasti tra luce e ombra e di suggestive proiezioni.”

Con il suo Antonio e Cleopatra De Fusco riporta l’attenzione sul tumultuoso crogiuolo sentimentale e passionale delle tragedie shakespeariane: la passione che unisce e divide Antonio e Cleopatra, l’uomo di guerra e di slanci sentimentali, e la donna di sensi, di intelletto e di passione. L’astuta e ambigua regina d’Egitto è interpretata da un’intensa Gaia Aprea, attrice talentuosa  e raffinata, che tra singulti e scatti d’ira, surreali scoppi d’ilarità e momenti di profonda malinconia ci restituisce una Cleopatra che abilmente si sottrae allo stereotipo hollywoodiano, per essere incarnazione della vita e dell’arte, dell’amore e del desiderio e  consegnarsi alla struggente consapevolezza del suo fatale declino.
In contrapposizione a Gaia Aprea c’è Luca Lazzareschi che interpreta l’orgoglioso Antonio con virile disincanto e compostezza, un eroe introverso e di possente emozione.

Antonio e Cleopatra vivono la loro passione scellerata, distruttiva e tormentata in un mondo sospeso nel buio, perché buio è il destino che li ha condannati, i loro corpi prendono vita, si muovono in un inquietante regno dei morti, per raccontare ancora una volta una vicenda già avvenuta in un tempo indefinito e ormai concluso.

Luca De Fusco propone una lettura  asciutta, essenziale del testo, che ruota intorno all’uso del bianco e nero che ricorda famose pellicole americane anni Trenta. La messa in scena è basata su forti contrasti di luce e ombre e sull’apporto prezioso dello scenografo Maurizio Balò e del light designer Gigi Saccomandi.
Una messa in scena essenziale e minimalista che si concentra sulla parola, un’audace contaminazione stilistica, un lavoro con obiettivi ambiziosi, che forse non sempre sono stati raggiunti. Detto ciò è da riconoscere a Luca De Fusco il merito di aver messo in scena un testo di singolare complessità come Antonio e Cleopatra: una scelta coraggiosa e anticonvenzionale.

 

Visto il 28-02-2014