Tutto ebbe inizio da un treruote. Il simpatico veicolo non è il protagonista di questa storia, ma bensì lo “strumento magico” che porterà Arturo, aspirante chef e ragazzo dalle grandi ambizioni, a sfidare non solo la sorte ma anche uno dei più grandi cuochi del mondo. Il protagonista di questo racconto è un giovane abruzzese che vive a Villa Santa Maria, la patria dei cuochi. La passione per i fornelli è contrastata dai genitori, che vorrebbero che il figlio andasse a lavorare subito dopo la scuola dell’obbligo. Ma Arturo non demorde. Lo scontro con il padre, reo colpevole di volere per il figlio un futuro da muratore, si dipinge di contorni ironici e farseschi. È lo scontro generazionale padre-figlio, due mondi con aspettative diverse, l’uno fiero e non piegato alle avversità e ai compromessi della vita, l’altro, sognatore e portatore di un vittimismo che sfocia in sana ilarità. Come in una favola l’eroe non demorde e cerca l’aiuto necessario in uno strumento magico: il treruote. Arturo comincia a macchinare il furto del veicolo paterno per recuperare i soldi necessari ad affrontare il viaggio che lo porterà a Los Angeles, alla corte di uno dei cuochi più famosi del mondo. Sgamato dal genitore, dopo un sonante “mazziatone”, riceverà dal genitore, con stupore, una parte dei soldi per l’acquisto del biglietto, ricavo della vendita del treruote. Entusiasta, ma con il cuore strozzato dal sacrificio paterno, parte per il sogno americano, fino a giungere nel più famoso ristorante di Los Angeles dove troverà una sorpresa: il grande chef è italiano, per la precisione di Bari! Arturo sarà messo a dura prova, scoprirà ben presto che la sua arte, la voglia di esprimersi, di andare oltre l’ordinario non è contemplata né voluta. Ma un artista è un artista, per questo, stanco dei soliti manicaretti, lancia il guanto della sfida al grande chef: tre portate realizzate a fantasia e sul momento. Arturo stravince. In lui fa strada la consapevolezza dei sacrifici del padre, uomo burbero, ma che non è mai sceso a compromessi, che ha preferito stringere i denti nelle difficoltà pur di non svendere sé stesso e il suo lavoro. E il pensiero va a quell’uomo e ai sacrifici fatti per realizzare il suo sogno. Una commedia divertente, con una scenografia essenziale e interpretata in larga parte con un colorito e spassoso dialetto abruzzese.
ARTURO LO CHEF - UN CUOCO DI VILLA SANTA MARIA
Arturo lo chef
Visto il
04-12-2011
al
Antonianum
di Padova
(PD)
Arturo lo chef - un cuoco di Villa Santa Maria