Atlas 101: classica e Pop nel nuovo lavoro di Mancuso

Atlas 101: classica e Pop nel nuovo lavoro di Mancuso

Per i frequentatori del Teatro Comunale di Treviso sta divenendo consuetudine trovare in cartellone un'inedita opera moderna. L'anno scorso Giovanni Mancuso aveva infatti qui diretto la prima assoluta di Aura di Luca Mosca e Pilar Gracia. Quest'anno si è ripresentato nella stessa veste, ma con un nuovissimo lavoro di cui ha piena responsabilità, Atlas 101.

Suo il libretto, sue le musiche. Spy-opera onirico-matematica in 17 quadri, viene definita, poiché il soggetto parte dalla reale vicenda di Hedy Lamarr e George Antheil: una celebre, bellissima attrice, ed un eccentrico compositore, accoppiata alquanto strana. Eppure, possedendo menti scientifiche, insieme inventarono nel 1942 un geniale sistema di guida non intercettabile per siluri, lo Secret Communication System. Snobbato dalla Marina americana, lo SCS sarà rivalutato ed applicato con successo vent'anni dopo, in piena Guerra Fredda. Ed è oggi alla base dei sistemi telefonici e della tecnologia wi-fi.

Perdersi fra le righe di un libretto

Soggetto intrigante, che però Mancuso tratta eccentricamente perdendosi in più direzioni, e sdoppiando il racconto tra mondo reale ed una dimensione onirica abitata dal dio Ganesh e da tre bizzarre figure femminili - Qucha, Allpa, Killa – nella quale Hedy e George vengono catapultati per aver mangiato funghi allucinogeni.
E' un libretto criptico, quello di Atlas 101, con una pletora di personaggi curiosi e di situazioni assurde, dialoghi in più lingue ed una valanga di frasi incomprensibili, come quelle di Ganesh e di Allpa (Sukhakarta duckaharta warta...) o di Santa Rosalia (!!!), apparizione inesplicabile che chiude l'operina con una litania di 101 parole inventate (Komorebi, Tingo, Pochemuchka...).

La musica per fortuna si salva

Disorientato da un testo scombinato, dal lato musicale lo spettatore naviga in acque tranquille. Mancuso ha difatti elaborato una partitura stimolante– sostenuta nello strumentale dall'efficiente Chironomids Outerspace Group – varia nel carattere e ben satura di colori. Partitura che nell'abile costruzione e nell'accattivante mix lessicale fra certa avanguardia classica e jazz-rock (con riminiscenze di Frank Zappa, Weather Report, dell'ultimo Miles Davis), trova ottimali punti di forza. E in veste di direttore, tiene saldamente le briglie di un cast affollato, dove spiccano Fernanda De Araujo (Hedy), Francisco Bois (George), Francesco Basso (Ganesh), Sara Fanin (Maria), Alba Del Collo (Allpa), Nina Baietta (S. Rosalia).
Molto ricco d'idee e condotto con vivace ingegno lo spettacolo, che poggia sull'esuberante regia di Chiara Tarabotti e su scene e costumi di Matteo Paoletti Franzato. In primo piano le poltrone di un cinema, luogo del non reale, dell'immaginario; dietro lo schermo, sul quale vengono proiettati anche spezzoni d'epoca, l'abitazione della diva.