Lirica
ATTILA

ATTILA FANTASY

ATTILA FANTASY

Il festival Verdi mette in scena Attila al teatro Verdi di Busseto; per dare maggiore respiro al minuscolo palcoscenico il regista Pierfrancesco Maestrini chiede ad Alfredo Troisi di realizzare videoproiezioni sulle location della storia con un risultato sì di efficacia nella dilatazione dello spazio ma con il rischio di trasformare l'opera in una fiction fantasy, grazie alle riprese in 3D di luoghi ricostruiti al computer. Prevalgono le atmosfere nordiche e brumose, facendo risaltare il lato barbarico della vicenda. Ridondanti i costumi di Carlo Savi, che sono parsi trarre ispirazioni varie, soprattutto dal cinema: da Avatar all'incredibile Hulk, da Guerre Stellari a Conan il barbaro, sempre privilegiando una certa primitività. Maestrini sfrutta al meglio lo spazio ridotto a disposizione, chiede ai protagonisti di cantare le proprie arie sul proscenio, oltre il velatino che chiude il boccascena. Le luci di Bruno Ciulli completano il risultato.

Una sorpresa la direzione, eccellente, di Andrea Battistoni. Il Maestro, giovanissimo (23 anni), ha interpretato la partitura con coinvolgimento emotivo ottenendo dall'orchestra del Regio un risultato ottimo, prodigo di emozioni. A cominciare dall'inizio del Prologo, coi suoni sontuosi e ricercati; poi gli atti, cadenzati in modo impeccabile e diretti a memoria con gesti ampi e coinvolgenti. Battistoni dà rilievo alle onde melodiche senza mai perdere di vista la rigorosa struttura delle pagine; magistrale il controllo di buca e palco.

Nel cast ha primeggiato Roberto De Biasio (Foresto): la voce è limpida e di bel colore, solida e compatta la linea di canto che valorizza lo squillo brillante; il tenore varia accenti ed espressioni in modo da rendere ogni sfumatura del personaggio. Notevole l'Attila di Giovanni Battista Parodi, fisico perfetto al ruolo e voce adeguata, nonostante la fatica di cantare tutta l'opera sotto un pesantissimo trucco e copricapo-parrucca imponente (che dire dei guanti dalle lunghissime unghie finte, come Florence Griffith Joyner); Parodi ha voce omogenea e scura da vero basso ed appare sicuro nel registro acuto, con un fraseggio mai uniforme. Susanna Branchini è una volitiva Odabella dalla voce importante e un costume come la principessa Leila di Guerre Stellari che a volte forza verso l'alto. L'Ezio di Sebastian Catana è sempre a fuoco e ben timbrato. Con loro Cristiano Cremonini (Uldino) e Zyian Atfeh (Leone).
Coro magistralmente preparato da Martino Faggiani, chiamato nell'impegnativo compito di coprire tutte le recite delle tre opere in cartellone. Qui, in particolare, i coristi sono vestiti in modo tale da avere la pelle blu (i barbari) come in Avatar.

Teatro gremito, molti gli stranieri; applausi scroscianti durante la recita e trionfali alla fine.

Visto il
al G. Verdi di Busseto (PR)