Il mese monografico che il teatro Valle ha dedicato a Franca Valeri volge al termine con questa serata speciale, dal titolo Avrei voluto essere un mezzosoprano nella quale Franca Valeri, che accoglie lo spettatore da sola, in un palco occupato sulla sinistra da un pianoforte a coda e sulla destra da diverse sedie, ci racconta della sua passione per la musica e il melodramma e delle sue vicissitudini di regista d'opera e di direttrice del concorso per giovani cantanti lirici intitolato al baritono Mattia Battistini, voluto e costruito insieme al direttore d'orchestra e compagno di vita Maurizio Rinaldi.
Ad aiutarla ad officiare una serata all'insegna dei ricordi, degli aneddoti (spassosissimi) e della musica, il musicologo (ma lui non si definisce così) Jacopo Pellegrini che esorta Franca Valeri a raccontare la sua passione per l'opera (una passione nata quando era ancora una bambina), la sua storia di spettatrice prima (compresi alcuni storici concerti alla Scala di Milano) e di regista poi (regie delle quali vediamo qualche estratto video).
Non mancano le incursioni nel suo repertorio dei monologhi (La moglie del tenore) mentre alcuni estratti dal suo libro Di tanti palpiti. Divertimenti musicali Pubblicato per le edizioni Tartaruga nel 2009, sono letti da Pellegrini.
Intanto il palco si popola di cantanti, tutti noti e affermati, vincitori del concorso Mattia Battistini, che eseguono, accompagnati al pianoforte, arie e duetti da diverse opere di autori tutti italiani (vezzo che ha caratterizzato tutte le regie di Franca Valeri, ad esclusione di una Carmen, cantata però in italiano).
Tra un'esecuzione e l'altra scopriamo, grazie alle puntuali precisazioni di Pellegrini, la precisione filologica con cui sono state eseguite le arie (molte delle quali di notevole difficoltà).
Così l'aria Di quella pira dal Trovatore di Verdi è eseguita dal tenore Giorgio Casciarri a tono, cioè nella tonalità originale e non diminuita, cioè qualche tono sotto (come chiede la moglie del tenore nel monologo del quale Franca Valeri accenna qualche brano), mentre l'aria Tu che di gel sei cinta dalla Turandot di Puccini è eseguita dalla soprano Donata D'Annunzio Lombardi esattamente come prevista dall'autore con il legato delle note nel finale e le giuste differenze cromatiche (di intensità) che, spiega la cantante, è una tradizione di famiglia insegnatale addirittura dalla nonna.
Tra un'aria e l'altra come in un salotto di amici Pellegrini sollecita cantanti e regista a raccontare episodi, condividere momenti e aneddoti come quando Franca Valeri racconta le raccomandazioni che il maestro Rinaldi le faceva mentre preparava le sue regie: i cantanti devono guardà me. Oppure quando, al suo debutto, il corpulento baritono Alberto Mastromarino, soccorso per uno svenimento da una collega, sorpresa dal medico a fargli una iniezione intramuscolare si sente osservare Ma che ce fa con una? Ce ne vogliono due!!!.
Una serata colta, elegante, familiare dunque, niente affatto noiosa, adatta anche a chi non è esattamente un melomane e ha la conoscenza del melodramma che ha una persona di media cultura.
Perché la vera passione la si trasmette a tutti non solo ai melomani e Franca Valeri e i suoi cantanti sono riusciti a incantare il pubblico (persone di ogni età) per ben più dell'ora e trenta previste, tra un'aria, un brano video, e gli aneddoti della Franca ma anche dei cantanti.
La serata è trascorsa in un attimo, perchè, si sa, le cose belle corrono via veloci.