Danza
BACKLINE (FOR SEVEN)

Dino Verga torna in scena al …

Dino Verga torna in scena al …
Dino Verga torna in scena al Furio Camillo con il nuovo spettacolo Backline (for seven), presentato secondo la formula dell'aperitivo danzato, in orario atipico, alle 19.00 l'aperitivo, alle 19.15 lo spettacolo, che permette di uscire da Teatro poco dopo le 20, pronti a proseguire la serata, come già ci aveva abituato gli scorsi anni. "Backline" è un termine per gli addetti ai lavori che si riferisce a tutto quello che c'è dietro il palcoscenico e che serve per far funzionare uno spettacolo o, più precisamente, un concerto: dal mixer alle casse, dai video alle luci. Insomma il “contenitore” di una rappresentazione al di là del palcoscenico. Questa l'idea da cui Verga ha preso spunto per la sua nuova coreografia. Una scena vuota, disegnata sapientemente dalle luci che creano degli spazi astratti deputati a diverse interazioni coreografiche, luci laterali di proscenio e in fondo al palco per alcune coreografie d'insieme, luci dall'alto e sagomate (con gelatine che corrispondono al colore delle magliette indossate dai danzatori) per le altre coreografie. Dall'alto campeggia uno specchio rettangolare che rimanda l'immagine dei danzatori (tre ragazze e tre ragazzi) la maglietta di ognuno dei quali è screziata di frammenti di specchio che rimandano sulle pareti nere del palco nudo luce riflessa. I sei danzatori (danzatrici) si dislocano ora su tutto il palcoscenico ora si concentrano sulla stessa linea, invadendo l'uno lo spazio dell'altro, eppure continuando ognuno ad danzare senza trovare mai nell'altro, nell'altra, un ostacolo. Verga non impronta le sue coreografie su delle pose statiche che svuotano il movimento mantenendo la postura di posizione ,come indulge tanta danza contemporanea, le sue linee coreografiche sono squisitamente danzate, di movimento. I diversi momenti coreutici sono sviluppati intorno a ogni singolo danzatore: ognuno segue un proprio movimento, un proprio ritmo, ma proprio quando ci si persuade di questa anarchia della coreografia ecco che affiorano delle sinergie, delle analogie e i singoli movimenti dei danzatori (delle danzatrici) mostrano una logica coreografica di grande spessore, i movimenti vengono ripresi, ampliati, a due, a tre: un primo ballerino conduce la nuova sincronia di ritmo, poi subito un altro lo sostituisce. Un gioco visivo e ritmico che sorprende e commuove lo spettatore. Come nella commedia dell'arte e nel jazz, Backline si sviluppa su dei moduli coreografici che consentono di sviluppare al danzatore (alla danzatrice) un proprio percorso senza smettere mai di percepire quel che stanno facendo gli altri. Come mossi da un personalissimo moto browniano (quello che agita le particelle in sospensione in un liquido) ogni danzatore, pur mantenendo la propria individualità coreutica, sviluppa coerentemente in un movimento organico collettivo quel che nasce individuale, dotato di ritmo proprio che prescinde quello dalle musiche. La musica (una partitura complessa che vede alcuni brani classici alternarsi a brani moderni sporcati da una serie di suoni-rumori che la personalizzano e le danno spessore) infatti non costituisce mai banalmente un pretesto ritmico per la danza ma si dà spesso come un commento ai movimenti dei danzatori, una glossa emotiva a quello che i danzatori con i loro movimenti suscitano nel pubblico. La coreografia nasce dal ballerino: è lui a fare la coreografia non è la coreografia a imporsi a lui. Dino Verga come al solito molto esigente con i suoi danzatori (con alcuni dei quali collabora da più di 10 anni) stavolta ha chiesto, se possibile, un impegno ancora maggiore. Non si tratta solo della performance fisica ad alto contenuto atletico (è un piacere vedere il corpo tornito di Luca Greco muoversi con grazia e leggerezza sfidando continuamente la gravità terrestre...) cui non rinuncia mai, Verga ha sviluppato lo spettacolo secondo un principio modulare. Musica luci e movimenti coreutici cambiano a ogni rappresentazione, ogni sera vengono sviluppati e assemblati in maniera diversa. I danzatori apprendono la nuova disposizione solamente il pomeriggio prima di andare in scena perciò, più che altrove, stavolta ogni spettacolo è una prima. Backline (for seven) (cioè "per sette" ma anche il numero di ballerini può cambiare, la sera cui chi scrive ha visto lo spettacolo in scena ve n'erano sei, la sera prima cinque...) è uno spettacolo di una splendida bellezza che per essere apprezzato in tutto il suo spessore va visto più volte cogliendone ogni volta quell'unicità che caratterizza nel panorama italiano (e non solo) la ricerca coreografica di Verga e le magnifiche prove dei suoi giovani, eppure già splendidamente formati, danzatori (danzatrici). Roma Teatro Furio Camillo visto il 17 giugno 2009
Visto il
al Furio Camillo di Roma (RM)