La stagione da camera dell’Accademia di Santa Cecilia è stata inaugurata con un concerto tutto bachiano di Ramin Bahrami. Il brano iniziale della prima parte è la Suite in la maggiore BWV 832, una raccolta di danze nella successione consueta dove però la “Corrente” è stata sostituita da un brano denominato “Air pour Trompettes”, una luminosa pagina che è un po’ il centro di gravità della Suite. Poi è stata la volta di 15 Invenzioni a due voci BWV 772-786, una raccolta di brevi brani caratterizzati ognuno da una diversa tonalità dove il modo maggiore viene sempre prima del minore come nel Clavicembalo ben temperato. Come spesso capita in Bach, l’intenzione didattica è la molla iniziale, le due voci sono rappresentate dalle due mani che, come fossero strumenti indipendenti, dialogano, si imitano e si scambiano i ruoli nel gioco contrappuntistico. Nella seconda parte sono state eseguite 15 Sinfonie a tre voci BWV 787-801: anche qui l’intento didattico è evidente, la maggiore complessità esecutiva destina questa raccolta a esecutori più maturi. Il materiale musicale più ricco non è solo destinato a complicare la vita agli esecutori, ma costituisce un modello anche per i compositori. Entrambe le raccolte hanno comunque un carattere leggero e gradevole in cui la cantabilità è sempre ben evidente. E’ stato anche eseguito il Preludio, fuga e allegro BWV 998 il cui autografo porta l’interessante indicazione strumentale “Per Liuto o Cembalo” . Il Preludio iniziale è un tranquillo fluttuare di arpeggi che preparano la successiva maestosa Fuga il cui materiale tematico appare congeniale soprattutto al liuto, come dimostrano le numerose esecuzioni per chitarra. La lettura della musica di Bach da parte di Ramin Bahrami è spiazzante. Lontana da ogni radice clavicembalistica, utilizza abbondantemente le possibilità espressive del pianoforte, non disdegna il pedale, indulge al rubato, accentua la dinamica ed esibisce accelerazioni e rallentamenti. Il pubblico apprezza la verve dell’esecuzione e gli applausi giungono copiosi alla fine di ogni pezzo, anche se qualche nostalgico purista propone improbabili paragoni con altri esecutori. E’ evidente che per il nostro, Bach è fonte di gioia di vivere che cerca di trasmettere al suo pubblico, magari a scapito di un maggior rigore. Non indimenticabili i due bis: una marcia di Johann Strauss e l’Aria sulla IV corda.
Musica
BAHRAMI
La gioia di vivere Bach
Visto il
al
Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia
di Roma
(RM)