Rito immortale e ammaliatore. “Battesimi dell’acqua e del coraggio” è un difficile percorso all’interno della psiche umana, una cerimonia collettiva, emotiva ed emozionante. La danzatrice e coreografa Michela Lucenti e il Balletto Civile portano in scena uno spettacolo ispirato a “Le Troiane” di Euripide, catturandone le emozioni contraddittorie e la lenta ribellione all’assurdo.
La guerra è terminata ma non il senso di abbandono e di angoscia del popolo greco. Della fiorente e gloriosa Troia è rimasto solo un cumulo di cenere e polvere. Il contrasto tra Atena e Poseidone ha portato terrore e violenza in città. Gli uomini prendono in ostaggio le fanciulle: Cassandra, Andromaca, la vecchia regina Ecuba ed Elena sono ridotte in schiavitù. Tra le macerie si ode il canto funesto di donne sconvolte e spaventate, vestite di bianco come fossero fantasmi.
Ad accogliere il pubblico in sala è una musica di lamento, il grido sommesso delle prigioniere. Questo lamento si ripete in modo continuo e ossessivo, come una persecuzione, incutendo, inizialmente, un senso di estraneità allo spettatore, smarrimento che, tuttavia, si tramuta ben presto in vera partecipazione. Tra tanto tormento e insopportabile sofferenza, un barlume di speranza riesce a sopravvivere: quella di una comunità che vuole rinascere, desiderosa di riemergere dall’oblio, più fiera e gloriosa che mai. Ed è sul palco che la resurrezione diviene protagonista, con l’acqua che irrompe sulla scena come liberazione e purificazione. La luce si abbassa gradualmente, come a non voler disturbare il rito collettivo ma anche come metafora dell’assenza delle divinità.
Il movimento nevrotico e folle dei corpi dei protagonisti arricchisce la narrazione della storia, ponendo l’attenzione sulla sopraffazione e sulla condivisione del dolore. Una nenia, quella della regina Ecuba, che disorienta, accompagnata dal coro funesto delle altre fanciulle, ma anche dal duro confronto con gli uomini (vestiti da marinai, a simboleggiare i membri di quella nave chiamata “Destino”). Efficace l’intervento, improvviso e inaspettato, della Voce, la quale si espande in tutto il teatro e contribuisce a ridurre la distanza tra attori e pubblico, fornendo spiegazioni ed elementi chiarificatori.
La performance di questi giovani attori-ballerini è di estrema originalità. Andrea Malpeli ed Emanuele Braga hanno compiuto scelte coraggiose e dal forte impatto emotivo. Tentare di portare a teatro la sofferenza viscerale che trasuda dalle parole di una tragedia greca, senza annoiare lo spettatore, è un’impresa ardua e raramente proposta in Italia. Per questo motivo, “Battesimi dell’acqua e del coraggio” è uno spettacolo di qualità superiore alla norma e di grande interesse. Il pubblico in sala deve compiere uno sforzo cui, forse, non è abituato: non farsi ingannare dall’irrazionalità e dall’apparenza di dettagli quali gesti, parole, suoni ma coinvolgere tutti i sensi in questa cerimonia dell’”Io con gli Altri”.
Difficile ma da applausi.
Modena, Teatro delle Passioni, 28 marzo 2008.
Visto il
al
Kismet
di Bari
(BA)