C’era molta attesa per questa nuova produzione che porta sulla scena, in versione musical, la conosciutissima fiaba di Biancaneve. E, in effetti, la partecipazione del pubblico bresciano (che gremiva ogni settore del teatro per un tutto esaurito) è stata molto calorosa.
Tuttavia, non abbiamo potuto godere appieno delle graziose musiche di Daniele Biagini, dei simpatici testi di Enrico Botta (le liriche sono di Lorenzo Biagini) e della performance di un cast giovane ma molto promettente, a causa di fastidiose frequenze provenienti dall’esterno che, in alcuni momenti (ahimè, la maggior parte di questi coincidevano con l’esibizione dello “sfortunato” Principe, alias Gian Marco Schiaretti), hanno reso poco comprensibile ciò che accadeva sul palcoscenico. Fortunatamente il pubblico si è dimostrato molto comprensivo.
I problemi tecnici, quindi, ci hanno fatto uscire dal teatro non del tutto soddisfatti: è vero, di per sè lo spettacolo è nuovo e costruito con intelligenza dal regista Enrico Botta con lo scopo di incantare i bambini e far divertire gli adulti (proprio come un family show dovrebbe fare), ma il fatto di non aver compreso tutto toglie molto del suo significato.
La storia è, per grandi linee, quella che tutti conosciamo e i personaggi principali sono gli stessi della fiaba dei fratelli Grimm: nel title-rôle c’è Claudia Cecchini, ben immedesimata nel personaggio nonostante la sua giovane età, e precisa nella performance; il Principe è interpretato dal già citato Schiaretti, bel timbro vocale e altrettanta buona presenza scenica, bravo nel gestire i problemi di audio; la regina ha il volto, l’energia e quel giusto tocco grottesco di Elisa Marangon; la strega è la versatile Simona Distefano e il cacciatore un tormentato quanto intenso Gaetano Caruso. Presenza indispensabile per l’evolversi della vicenda, anche se solo virtualmente, è quella di Paolo Ruffini che da voce allo specchio magico e interagisce, a volte in maniera sarcastica, con la perfida regina.
Piacevole rivelazione è anche tutta l’allegra combriccola dei sette nani (Edoardo Scalzini, Beatrice Mondin, Mikela Rebua, Stella Pecollo, Dolores Diaz, Donata Torricelli, Alessandro Pini). Non più solo minatori (come la tradizione ci ha abituati da sempre), i piccoli amici di Biancaneve hanno assunto qui caratteristiche e nomi che celebrano la Natura, dando vita a spassosi e coinvolgenti numeri d’insieme (le coreografie sono di Mara Mazzei). Picconi e pale alla mano, ballano e si muovono sul palco cantando “Tutti quanti a lavorare” a mo’ di spazzacamini di Mary Poppins, oppure invadono la platea e la galleria del PalaBrescia, sorprendendo con gesti acrobatici e scatenando l’entusiasmo dei più piccoli.
Certo, in loro favore hanno contribuito i colorati e personalissimi costumi. Ogni nanetto, infatti, indossava il costume che riprendeva il proprio nome: quello di Pignolo richiamava la forma di una pigna, quello di Porcino la forma di un fungo, quello di Mieloso un alveare con api e così via.
Un brava, quindi, ad Annalisa Benedetti per aver creato, con cura e ricercatezza, costumi tanto belli da rendere i personaggi ancora più fiabeschi: Biancaneve, per esempio, era in perfetto stile disneyano con i suoi colori tipici; il Principe, proprio come quello che tutte le bambine si immaginano; gli animaletti del bosco indossavano la loro maschera caratterizzante (l’entrata in scena ha strappato applausi e consensi), mentre le quattro Dee, simboleggianti gli elementi naturali con il compito di guidare la protagonista nel viaggio alla scoperta di se stessa (altra introduzione del regista), avevano molto del fatato.
Semplici, le scenografie (anch’esse realizzate dalla Benedetti) hanno ricostruito gli ambienti della vicenda: la stanza della regina, la casetta dei nani, il bosco.
Biancaneve è un musical dove l’amore vince per forza. L’amore per la Natura (co-protagonista dello spettacolo) e per le sue creature. Ma anche l’amore per il prossimo: quello tra un uomo e una donna, destinati a stare insieme per sempre, e quello di una madre per il proprio figlio (in questa versione Regina e Principe sono madre e figlio).
Lo show, che ha riscosso successo fin dal suo debutto, non ha le pretese da mega produzione (probabilmente ci sono ancora degli accorgimenti da sistemare e col tempo acquisterà maggiore forza e sicurezza), ma è comunque la testimonianza che anche senza budget stratosferici si possono creare spettacoli originali e di effetto. Basta avere la passione e la voglia di far divertire ogni sera.