Il blues è un'espressione di malessere e sortisce da storie di vita tormentata. I Blues di Tennessee Williams sono atti unici che dipingono il male di vivere di persone emarginate e segnate da sofferenze ripetute e interiorizzate sino alla costruzione di una folle altra realtà. Le storie lasciano il posto a quadri interiori che mostrano la disgregazione del senno e il distorto adattamento delle menti a situazioni paradossali.
Tre gli atti messi in scena dalla compagnia "Nuovo Palcoscenico", con brevi intermezzi scanditi dalla stessa musica blues che è il trait d'union musicale tra quadri diversi, ma accomunati da una sensazione di ossessività e di deviazione dal razionale.
Ne "La lunga permanenza interrotta" una famiglia totalmente disgregata, formata da due coniugi irosi e intolleranti (Cinzia Pavese e Giuseppe Costantino), scaccia un'anziana zia ospite (Paola Budel) con un cinismo e un sarcasmo, nei confronti delle debolezze della vecchiaia, inquietanti. Il rumore del vento, che accompagna la caduta e la morte di zia Rosa, è un contrappunto alla crudeltà delle parole che distruggono il suo sogno di nucleo familiare. La creazione mentale non può più riparare dalla realtà e dallo scontro scaturisce il dramma
"Ritratto di Madonna" racconta la follia dell'anziana signorina Collins, sola, schiava del suo puritanesimo (tema ricorrente nell'autore) e folle al punto di immaginare degli incontri sessuali da lei subiti (al fine di salvaguardare la sua onestà) con l'uomo per anni segretamente amato. Paola Budel è una signorina Collins a tratti angelica e a tratti trasfigurata nella voce acuta che ricorda la sofferenza di una vita trascorsa a vedere l'uomo desiderato da lontano. Di nuovo la follia che invade una mente stravolta dal male di vivere e, con l'internamento in manicomio e il fare caustico di chi la circonda, di nuovo il mondo esterno con le sue regole morali e intransigenti. Solo il custode del condominio, dove la protagonista vive chiusa da anni, rivela un lato gentile che lo differenzia dalla generale indifferenza, ma rimane anch'egli isolato da una società (rappresentata dalla sarcastica moglie interpretata da Rita Tancini) che esclude ogni diversità.
Infine "La camera buia" racconta un dramma dell'adolescenza. La protagonista, solo nominata e intravista attraverso una porta alla fine, abbandonata dal fidanzato che, per volere della famiglia, sposa un'altra, si reclude in una camera buia e si abbandona alle sensazioni sensuali risvegliate dalle continue visite di lui, sebbene ormai sposato. Un abisso di pazzia e una rinuncia alla vita e alla ragione che riassume tutta la tragicità di un'anima ferita e di una solitudine abissale.
La scelta di regia di Chiara Angelini trasferisce la scena sulla tribuna a scaloni destinata al pubblico e proietta i drammatici quadri quasi in verticale, rendendoli ancora più distorti, rispetto al pensiero razionale, di quanto l'inconscio malato già non sia. Pochi oggetti (un grammofono, panni stesi, rose a simulare un giardino) sono i simboli di luoghi claustrofobici dove si consumano drammi interiori. Un testo non facile e ben interpretato, la cui difficoltà è suggerire, oltre le parole, abissi inconsci e il cui tratto è un'intensità che non viene meno neppure nei brevi intervalli scanditi da musica blues tra un atto e l'altro. La tensione è pari al tono crudo che i protagonisti (Paola Budel, Giuseppe Costantino, Cinzia Pavese e Rita Tancini )riescono a mantenere e che colpisce lo spettatore per la sofferenza senza tempo che ne trapela. Felice in particolare la scelta di collocare al vertice della tribuna l'appartamento- prigione della protagonista di "Ritratto di madonna", sfruttando una nicchia nella quale l'immagine della signorina Collins appare santificata nella sua folle fragilità. La lontananza verticale suggerisce una distanza dal mondo, scandita dal percorso in salita che gli altri personaggi devono fare per raggiungere un universo mentale malato.
Spettacolo molto intenso e ben interpretato per un testo che contiene tutte le tematiche interiori e, per questo, eterne di un grande autore.