Danza
BLUTANGO

Se in uno spettacolo di danza…

Se in uno spettacolo di danza…
Se in uno spettacolo di danza, gli occhi sono sempre puntati sulle gambe, all’apertura di questo, sarebbe impossibile il contrario: gambe fluorescenti e corpi invisibili ci incantano e ci ipnotizzano, in movenze e figure sensuali fatte di luci e ombre, ispirati alle note del tango argentino. Nei vari “quadri” che compongono questo lavoro, la luce ed i riflessi sono protagonisti assoluti, mentre l’immagine e la finzione si confondono continuamente con il corpo e la realtà, come nel pezzo “Mirror” in cui il protagonista, mentre è travolto dalla danza, cercando la sua immagine riflessa su uno specchio, a volte la riconosce ed altre scopre una persona, un’identità diversa, proponendoci il ballo come un modo per conoscere se stessi. Sul palco si susseguono le interpretazioni più svariate e coinvolgenti: un tip tap che crea sonorità moderne e ritmate; giochi circensi che richiamano atmosfere di sogno e fiaba; una “tanghera” sexy e vezzosa che gioca al corteggiamento, divisa tra due compagni surreali; braccia umane che calzano collant coloratissimi e ci divertono simulando ganchos e boleos, fingendosi gambe… Il mimo, la danza, l’interpretazione a tutti i suoi livelli, sono qui rappresentati in una messa in scena che nel suo insieme risulta spettacolare ed animata. I corpi perdono materia, sono flessuosi, malleabili, si deformano, si scompongono fino a diventare linee che si intrecciano e si snodano giocherellone, ingannando continuamente la vista del pubblico. Una scommessa difficile da vincere quella di Emiliano Pellisari, ma ben riuscita anche grazie al perfezionismo e l’originalità ricercati in ogni momento nella scelta di costumi, musiche, luci e colori. Roma, Teatro Vittoria, 23 Maggio 2008
Visto il
al Vittoria di Roma (RM)