Prosa
BOEING BOEING

Risate e spensieratezza con Boeing Boeing

Risate e spensieratezza con Boeing Boeing

In un salotto parigino ricostruito da una scenografia palladiana che per simmetria e candore pare strizzare l'occhio alle case delle bambole, prende vita un'autentica oliatissima macchina da ridere che funziona a meraviglia da mezzo secolo. Erano infatti gli anni Sessanta quando il testo scritto dal francese Marc Comoletti ebbe enorme successo nei teatri di mezzo mondo (per farsi un'idea basti pensare che a Londra rimase in cartellone ben sette anni consecutivi e che, per numero di spettatori, è persino entrato di diritto nel Guinnes dei primati).  Ed è proprio nella stessa edizione trionfatrice di Londra e Broadway che l'associazione culturale Artù in coproduzione con Ente Teatro Cronaca Sas ha  deciso di riproporla in Italia affidandone la regia a  Mark Schneider.

A scandire con precisione il ritmo da commedia degli equivoci ad orologeria, sei porte (aperte o da non aprire, chiuse, sbattute in faccia) e sei personaggi, tutti fortemente caratterizzati. I due protagonisti maschili nelle vesti di Bernardo, un donnaiolo napoletano (Gianluca Guidi) e del suo amico d'infanzia alquanto imbranato (uno strepitoso Gianluca Ramazzotti) sono affiancati da tre avvenenti stangone internazionali dal piglio deciso e le vesti sgargianti (Barbara Snellenburg, Marjo Berasategui, Sonja Bader). Il nostro eroe in trasferta ha perfettamente organizzato il  suo menage erotico familiare modellandolo strategicamente  in funzione degli orari di arrivo dei boeing su cui le tre fidanzate-hostess lavorano. Ovviamente gli intoppi  non mancano e sono tanti. 

Al quintetto si somma la simpatica caratterizzazione della governante (Ariella Reggio) che con impegno regge il pastiche di tradimenti del suo padrone, occultando fotografie e preparando al bisogno succulenti piatti di diversa nazionalità in una confusione che ricorda i ritmi serratissimi di “Rumori fuori scena”, riproposto recentemente sulle scene milanesi per la regia di Claudia Negrin.

L'anima di quest'architettura comica senza pretese ma ben congegnata è  aiutata da un eterogeneo gruppetto di attori affiatati che ce la mette davvero tutta per trasmettere allegria e buonuomore. E ci riesce.

Visto il 21-02-2014
al Manzoni di Milano (MI)