Lirica
BOHèME

Giovani e vincenti nella tradizione

Giovani e vincenti nella tradizione
Bologna, teatro Comunale, “Bohème” di Giacomo Puccini GIOVANI E VINCENTI NELLA TRADIZIONE Il Teatro Comunale di Bologna, nell’ambito della rassegna estivo – autunnale che quest’anno precede la stagione lirica, ha messo in cartellone una vincente Bohème. Questa “mini” stagione ruota intorno a due principali titoli pucciniani, Butterfly e Bohème e vede la collaborazione con la Scuola dell’Opera Italiana, voluta e creata a Bologna dal Sovrintendente Marco Tutino. Indubbiamente queste due rappresentazioni sono servite a dare visibilità e prova a giovani promesse del canto, della regia, della scenografia, dei costumi. Mentre la precedente opera, Madama Butterfly, aveva più le caratteristiche del saggio scolastico che dell’opera da cartellone lirico, questa Boheme è piaciuta ed è stata apprezzata. Il Teatro ha ripreso un suo storico allestimento, che debuttò nel 1999 e fu ripreso nel 2007, tuttora apprezzato e richiesto da altri teatri. La particolarità di questa Bohème (regia di Lorenzo Mariani) è l’unica scena rotante, che permette di ridurre il tempo della rappresentazione (un solo intervallo) di dare un senso di continuità in tutta l’opera. Si passa, infatti, nella prima parte, senza soluzione di continuità, dal duetto tra Rodolfo e Mimì nella soffitta alla grande scena della festa del Quartiere Latino: gli eventi si svolgono in una stretta successione temporale. Risulta meno comprensibile, invece, il collegamento tra terzo e quarto atto: tra i due dovrebbe risultare un lasso temporale evidenziato nel duetto dei due protagonisti Ci lascerem alla stagion dei fior... L’unione dei due atti ha l’inconveniente di catapultare lo spettatore dalla neve della Barriera d’Enfer alla soleggiata soffitta del Quartiere Latino. Però questo stacco non nuoce al racconto, semmai accentua di più l’aspetto tragico che deve compiersi nell’ultimo atto. Apprezzato e apprezzabile, questo allestimento continua, dopo dieci anni, a suscitare vive emozioni. La scena rotante, realizzata da William Orlandi, è un traliccio di metallo in cui vengono inseriti i vari atti e i personaggi ne prendono possesso in pieno, è una scena ariosa, moderna, ma nello stesso tempo fedele alla tradizione. Certamente si è voluto puntare su un cast giovane, ma buono e con grinta, forse il miglior cast che la Scuola dell’Opera Italiana potesse dare. Mimì era Valentina Corradetti, una bella voce, potente ma non troppo, forse eccedente negli acuti che risultavano poco sfumati, buona presenza scenica, complessivamente un buon risultato. Gianluca Terranova, nel ruolo di Rodolfo, è stato certamente la rivelazione della serata, voce molto gradevole, acuti puliti, molto brio, unico neo il fatto che all’inizio risultava una voce leggermente chiusa, ma che si è aperta durante la recita. Marcello Rosiello (Marcello) si è fatto molto apprezzare per la qualità del canto, la bella voce e l’ottima presenza scenica. Buona esecuzione anche per la Musetta di Anna Corvino: voce vivace anche se non sempre ottimale negli acuti. Lo Schaunard di Andrea Zaupa rivela una buona voce, ma un po’ da formarsi ancora, purtroppo tendente al vibrato; mentre il Colline di Alexey Yakimov, pur dando una buona prova nell’aria Vecchia zimarra, si è sentito molto poco: voce bassa o orchestra troppo alta? Ottima esecuzione del Coro e del Coro di voci bianche del teatro Comunale, diretti dai Maestri Paolo Vero e Silvia Rossi; buona l’esecuzione orchestrale dell’orchestra del Comunale, anche se la direzione del Maestro Massimiliano Caldi a volte risultava “importante” come volume. Teatro gremito, applausi generosi nel corso dell'opera e alla fine. Visto a Bologna, teatro Comunale, il 06 ottobre 2009 Mirko Bertolini
Visto il 06-10-2009
al Comunale - Sala Bibiena di Bologna (BO)