Ma quale “teatro dell’assurdo”? “Bolle di parole”, drammaturgia liberamente ispirata a “La cantatrice calva”, di E. Ionesco, presentata dai giovani artisti della compagnia NuoveForme Diamonds è un meccanismo perfetto, dove ogni elemento (scena, attori, musica, luci…) si combina e funziona in modo sorprendente. Le parole diventano bolle e perdono di significato, questo è vero… ma ad acquistare forza narrativa (pur nel loro inarrestabile dissolversi) sono i personaggi e soprattutto coloro che li interpretano. A volte può succedere di scoprire realmente che ogni attore è diverso da un altro, per i più svariati motivi, in questo caso per il tipo di approccio al testo, soprattutto. E a volte capita anche di ritrovare sul palco qualcuno in grado di trasmetterti, a distanza di tempo, qualcosa di nuovo e inaspettato.
Il regista/attore/adattatore Simone Faraon ha scelto per questo testo “assurdo” una chiave interpretativa basata sull’allegria e sul sorriso. Perché il teatro – anche quello più “assurdo” - è intrattenimento e, soprattutto, comunicazione. Anche per quelle parole che sono inevitabilmente destinate a dissolversi come bolle di sapone, ma prima tentano comunque di imporsi alla platea. A trarne vantaggio sono i personaggi (o meglio, i caratteri) che, nella loro vacuità , risultano l’elemento accattivante del testo.
Sul palcoscenico, il divertimento è assicurato da una compagine di giovani e versatili attori: accanto al regista Faraon, l’eclettico Sergio Cavallaro, Monica Iannessi, Paolo Mazzini e Francesca Roi.
Prosa
BOLLE DI PAROLE
L'assurdo di una risata
Visto il
22-10-2011
al
Cardinal Massaia
di Torino
(TO)