Bisognerà iniziare a dire che la Fura si è sfuriata? Vietato ai minori di 14 anni, non consigliato ai cardiopatici e alle donne incinte, ma nessuno però ha detto di portare un cuscino indispensabile durante i colpi di sonno!
Certo il punto di vista è assolutamente personale, ma oggettivamente non si può parlare di anni d'oro per la Fura dels Bahaus.
Considerato il tema, sicuramente lo spettacolo poteva dare e osare molto di più.
In un teatro gremito di persone, ottime cavie per un happenig, l'ingresso dei terroristi è anticipato dal buio e intervallato da didascalie sulla storia russa. Tutto talmente scontato da fare invidia al più banale teatro di operetta.
Se l'idea era quella di istruire il pubblico sugli avvenimenti nel Teatro di Mosca nel 2002 e la tragedia Cecena, allora l'idea registica è perfetta (ma sarebbe bastato anche solo un documentario), ma se l'intenzione era di creare un'immedesimazione empatica tra spettatori reali e simulati, tra sequestrati e pubblico, a meno che uno non fosse mai andato a teatro prima, diciamo che il risultato non è stato ottenuto.
Tanto vale che gli attori stessero tutti sul palco, si alzasse un'interessante quarta parete, ci fosse un primo e secondo tempo e il pubblico piangesse la morte del figlio dalla propria poltrona.
Poco rilevante a questo punto che gli attori si aggirassero incappucciati tra i corridoi in sala e ancora meno interessante seguire tramite il maxi schermo gli spostamenti degli teatranti terroristi in giro per il teatro. Per quello basta accendere Mediaset Premium e guardare il Grande Fratello 24 ore su 24. Non stupisce più nessuno avere telecamere collocate in ogni luogo.
Molto più interessante sarebbe stato rimanere seduti nel parcheggio antistante il teatro e osservare le persone, ignare della presenza di uno spettacolo, guardare allibite quattro malviventi con passamontagna e mitra aggirarsi tra le auto. Allora si che avremmo riconosciuto la Fura!
Se questo è il risultato della globalizzazione e del propargarsi di cliché teatrali triti e ritriti tra diecimila spettacoli, tanto vale rimanere a casa, perchè permettendomi una citazione alta "il teatro deve essere come la peste, non perchè contagioso, ma perchè - come la peste - deve essere rivelazione; la spinta verso l'esterno di un fondo di crudeltà latente. Una vera opera teatrale deve scuotere il riposo dei sensi, liberare l'inconscio compresso, spingere a una sorta di rivolta vituale.” Antonin Artaud
Torino, Teatro Nuovo – 13 marzo 2009
Visto il
al
Verdi
di Pordenone
(PN)