BRUCIATI

Testo felicemente congeniato,…

Testo felicemente congeniato,…
Testo felicemente congeniato, finalista del Premio I.D.I.1992, che ottenne immediato successo già al suo primo allestimento nel 1993, diretto dal suo stesso autore e interpretato da Amanda Sandrelli e Blas Roca Rey (Biglietto d'oro Agis nel 94), torna oggi in scena nel bello spazio del teatro Sala Uno, nell'ambito della Rassegna Eventi, per la accurata regia di Georgia Lepore. Bruciati se non è il più famoso testo per il teatro di Angelo Longoni (Naja e Uomini senza donne gli strappano forse il primato) è sicuramente quello che esprime meglio la felicità di scrittura del suo autore, che sa raccontare con incisività e precisione notevolissime la storia dei giovanissimi Monica e Alex, che si prostituiscono entrambi e si ritrovano coinvolti nella morte di un comune cliente, un anziano avvocato al quale sottraggono una valigetta che contiene un milione e ottocentomila euro. Rintanati in una stanza di albergo mentre cercano di capire le conseguenze del loro gesto, attendono e si conoscono. Su questa situazione da giallo, Longoni innesta una serie di notazioni sui due ragazzi, sul perchè del loro prostituirsi ("a me non piacciono gli uomini, lo faccio solo per pagare la droga a mio fratello" si schernisce Alex), sulle loro differenze sociali (lui va con gli uomini per qualche centinaia di euro, lei invece costa almeno 2000 euro a prestazione), notazioni che non hanno alcun intento "sociologico" ma sono sempre funzionali allo sviluppo della pièce. In un gioco di specchi in cui Alex si mostra più fragile di Monica, meno consapevole del perchè fa quello che fa ("tu vai con gli uomini non perchè devi pagare la droga a tuo fratello ma perchè è l'unica cosa che sai fare..." gli rinfaccia Monica, lucidissima), mentre Monica mostra una frigidità dei sentimenti che la sopraffà, le vite dei due ragazzi vengono dipanate, confrontate e riconosciute. E quando Alex che è attratto da lei come dall'Angelo salvatore, si illude che il loro incontro fortuito sia il segno di una svolta nelle loro vite, il senso di realtà incombe, Monica gli sottrae il denaro ma poi torna sui suoi passi perchè gli uomini cui era destinata al valigia piena di soldi stanno per arrivare e irrompere nella stanza, segnando la fine della pièce. "Bruciata" non è solo la loro vita così com'era prima del loro incontro che sta negli eccessi, nel desiderio di denaro e di bellezza, di ammirazione ed esteriorità, che fa ritenere la vita a venticinque anni già andata, finita. E il resto non conta più. Niente importa perché tutto è valutato allo stesso modo, come afferma Longoni nel programma di sala, "bruciata" è anche ogni possibilità di emancipazione, perchè nonostante Alex agisca come gli eroi dei film polizieschi, è un ingenuo, si reca al luogo dell'appuntamento dove il vecchio avvocato doveva consegnare i soldi, si fa notare e inseguire, segnando la sorte sua e quella di Monica, la quale, nonostante si dimostri più calcolatrice e più presente a se stessa di quel che pretende di essere, torna sui suoi passi dopo aver sottratto il denaro ad Alex, probabilmente perchè preferisce morire assieme a lui piuttosto che morire da sola mentre tenta la fuga. Privo di sbavature e di retorica, Bruciati, è un testo perfetto che ha ancora la forza della novità nonostante sia stato scritto nel 93, grazie a una sincerità di scrittura che lo fa seguire incantati. Un testo di tal guisa richiede un'altissima prova ai suoi interpreti ed Eleonora Ivone e Gabriele Sabatini incarnano i loro personaggi in stato di grazia (complice una regia attenta a sostenere l'elemento metafisico della situazione senza annegarla in una serie di inutili dettagli realistici) lui così romanamente disinvolto e lei così algidamente altera. Eleonora e Gabriele sono Monica e Alex, ti sembra di conoscerli davvero e te ne innamori immediatamente. Uno spettacolo perfetto insomma, da vedere e rivedere. Non mancate. Roma, teatro Sala Uno, dal 14 al 22 febbraio
Visto il
al Sala Uno di Roma (RM)