Danza
CARAVAGGIO

IL CARAVAGGIO DI LEVAGGI: UN'OCCASIONE SPRECATA

IL CARAVAGGIO DI LEVAGGI: UN'OCCASIONE SPRECATA

Lo scorso 11 gennaio, l’Arena del Sole, Teatro Stabile d’Innovazione, ha ospitato la creazione di Matteo Levaggi, “Caravaggio”, spettacolo riproposto a sette anni dal suo debutto dalla compagnia “Balletto Teatro di Torino”, una delle realtà di punta nel panorama della Danza contemporanea italiana, in occasione del quattrocentesimo anniversario della morte di Caravaggio.
Lo spettacolo è realizzato su musica originale di Giovanni Sollima, che per comporla si è ispirato agli spartiti accuratamente riprodotti da Caravaggio nei suoi quadri; inoltre per ritrovarne il suono Sollima ha fatto ricostruire ed inserito nell’organico un violino tenore, strumento scomparso da secoli ed anch’esso raffigurato dal pittore milanese in diversi dipinti.
Lo spettacolo auspicava a introdurci in un mondo di seduzione, partendo dall’opera di Caravaggio: un vissuto con i suoi segreti e i suoi misteri, le sue contraddizioni, le sue zone di luce e quelle di ombra.
Lo spettacolo è composto da diversi quadri che non compongono un’unità narrativa, ma, a detta del coreografo, sono riuniti sotto il titolo Caravaggio perché ispirati dal grande Maestro della pittura.
Le musiche composte da Giovanni Sollima, a volte volutamente dissonanti, a tratti disturbano, risultando quasi stridenti, sebbene restituiscano il lirismo e l’intensità del lavoro di Caravaggio. Un chiaro riferimento al Barocco, è la presenza in scena di un sopranista, che idealmente avrebbe dovuto evocare quella dimensione di giovinezza spensierata, sensuale, ma al tempo stesso ambigua e tormentata, che ha caratterizzato la personalità dell’artista.
Il sopranista Massimo Castagno si esibisce dal vivo in un’aria in linea con il tema dello spettacolo: un madrigale che rievoca lo spirito e il sapore caravaggesco. Unica annotazione relativa all’intervento del soprano è che la sua presenza sulla scena e il suo muoversi in essa risulta essere a tratti goffa e poco incisiva.
Lo spettacolo non riesce a coinvolgere fino in fondo, è distaccato e freddo, eseguito – non sempre in maniera impeccabile, ma non interpretato: forse a causa della mancanza di un filo narrativo o a causa del fatto che si fatica a capire in che modo Caravaggio e la sua pittura abbiano potuto ispirare e influenzare il coreografo nel suo atto creativo.
Ho trovato discutibile e poco in linea con il tema dello spettacolo anche l’oscuro impianto scenico di Roger Salas, che lascia filtrare la luce, stagliandosi sui danzatori vestiti con costumi color sabbia, ma non riesce a ricreare l'energia travolgente e la forza propria dell’opera di Caravaggio.
Apprezzabile il lavoro e l’impegno dei danzatori, sebbene il risultato non sia sempre soddisfacente e all’altezza delle aspettative – spesso il corpo di ballo è impreciso e approssimativo nei movimenti coreografici di insieme o nei passi a due. Menzione speciale, invece, per Vito Pansini, il primo ballerino, dotato di una forte presenza scenica, che ci regala un’interpretazione intensa e vibrante.
Personalmente ho trovato il lavoro di Levaggi a tratti confuso e autoreferenziale, fine a se stesso, ciò nonostante lo spettacolo è stato apprezzato dal pubblico: il teatro era gremito di gente e lunghi ed entusiastici applausi hanno accolto la fine spettacolo.
 

Visto il 11-01-2011