L'archetipo universale femminile della cultura dell’Occidente è rivisto dal coreografo Luciano Cannito. Sulle note della musica di Bizet, la splendida Rossella Brescia è Carmen, donna che racchiude in sè passione estrema, voluttà, forza ed istinto.
Dalla Spagna all'Italia, Cannito propone un gruppo di profughi che sbarca a Lampedusa dopo un viaggio estremo, sfruttati dallo scafista “Escamillo” e braccati dalle forze dell’ordine comandate dal severo carabiniere “Don Josè”.
L’amore travolgente tra Carmen e Don Josè, il tentativo di quest’ultimo di piegare il fiero spirito ribelle della sua amata ad una vita perbene, fatta di routine, belle passeggiate e tanta televisione. La passione si trasforma in noia, solitudine, angoscia. Carmen, non sa e non può vivere in una gabbia di mediocrità. Fugge e torna dai suoi amici al campo profughi. Fugge tra le braccia di Escamillo, ben consapevole di quello che l’aspetta…
Carmen è ogni donna del mondo, fiera e bramosa della sua libertà che non può essere ingabbiata nemmeno dall'amore più profondo, in questo caso Don Josè interpretato dall'elegante Josè Perez.
Un balletto di spessore e di qualità come forse pochi sanno offrire, intenso e crudele perchè non ha un lieto fine. Eppure il triangolo Cannito-Brescia-Perez riesce a regalare quei pochi momenti di vera danza che raramente si riesce ad apprezzare.
Bellissime le coreografie, spettacolari il passo a due del corteggiamento ed il passo a due dell'abbandono.