Lirica
CARMEN

Modena, teatro Comunale, “Car…

Modena, teatro Comunale, “Car…
Modena, teatro Comunale, “Carmen” di Georges Bizet CARMEN AL CIRCO Titolo di grande richiamo, Modena ha proposto Carmen in un allestimento del Ravenna Opera Festival del 2000 per la regia di Micha van Hoecke e scene di Nicola Rubertelli. La produzione ravennate, pensata per il Pala De André, è orchestrata su una piattaforma vuota e la messa in scena è vissuta sulle accensioni di luce e sugli avvincenti giochi coreografici di un corpo di venti ballerini dell’Ensamble di Misha van Hoecke. Carmen è, per il regista, una specie di destino cui non si può sfuggire e una tappa importante della sua esperienza artistica. Allestirla ha significato rendere presente la sua profonda modernità, in linea anche col carattere rivoluzionario della protagonista, del suo profondissimo senso della libertà che la sospinge oltre la dimensione del teatro in altri luoghi, in altri spazi, in altri tempi. Van Hoecke è immerso in tutto il mondo di Carmen, che è anche il mondo culturalmente variegato del suo Ensemble di danzatori, appartenenti ed etnie e culture diverse, con i relativi atteggiamenti di diffidenza, che è una delle caratteristiche determinanti del nostro tempo. Non si deve dimenticare che van Hoecke è innanzitutto un ballerino e coreografo e ormai ci ha abituato a questa particolarità (nelle sue regie hanno particolare rilievo balli, mimi, giocolieri ecc.). In questa Carmen, però, ci pare che a volte sia un di più non necessario e spesso invadente, forse voluto per riempire la scena vuota; pare che nella celebrazione sontuosa dell’elemento danzato si bruci parte della carica vitale della vicenda, e che l’impeto passionale si smorzi nei margini di una narrazione patinata quanto festosa. Nella messinscena, per scelta, tutto è esposto ma non sovraesposto; alla fantasia di Merimée e di Bizet, van Hoecke aggiunge la propria, confondendo alle sigaraie e ai contrabbandieri una fitta serie di mimi e saltimbanchi. Dissimulato da tanta ricchezza di elementi, il pathos di questa Carmen cova sotto la cenere, quasi che vi si voglia alludere, senza rimarcarlo. Vestiti da Alessandro Lai in modo fantasioso, sei uomini in nero circondano Carmen al momento dell’habanera, mentre nella taverna di Lillas Pastia, all’inizio del secondo atto, si consuma un balletto in stile musical. I ritmi dell’opera e le atmosfere del libretto rappresentano per van Hoecke, spesso, uno spunto intorno al quale innestare la propria invenzione coreografica, ampliando i confini teatrali dell’argomento. In questo senso, probabilmente, si è mossa anche la direzione musicale del giovane slovacco Juraj Valčuha: l’approfondimento dei colori in chiave drammatica viene messa bene in evidenza, l’insieme ha qualcosa di rassicurante, l’esecuzione scivola docile e l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna è eccellente. Bravi i cantanti, a partire dal mezzosoprano russa Julia Gertseva, alta, di aspetto imponente e di sensualità gitana, che ha fatto di Carmen il suo cavallo di battaglia e possiede una voce salda e convincente. Polina Pasztircsak, ungherese, allieva di Mirella Freni, è una brava Micaela, dalla voce dolce, dagli acuti perfetti e dalla grande drammaticità che la parte richiede. Don José è Arnold Rutkowski, bella voce impostata e calda, anche se un po’ impacciato in scena. Il baritono uruguayano Dario Solari ha rivestito il ruolo di Escamillo, che con la sua voce possente ma giovanile ha trasmesso il giusto tratto distintivo al suo personaggio. Bravo anche il basso Alessandro Spina nella parte di Zuniga e gli altri comprimari: Paola Santucci (Frasquita), Katarina Nicolič (Mercedes), Alessandro Battiato (Morales), Mauro Ferilli (Lillas Pastia). Ottima interpretazione del Coro Lirico e del Coro di voci bianche della Fondazione del Teatro di Modena diretti da Stefano Colò e Melitta Lintner. Teatro esaurito e pubblico entusiasta. Visto a Modena, teatro Comunale, il 23 gennaio 2009 Mirko Bertolini
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