Giunge al Teatro Bellini di Napoli (in replica sino al 24 Aprile), dopo l’esordio avvenuto più di un anno fa al Teatro Carignano di Torino, Carmen, la riscrittura ad opera di Enzo Moscato e per la regia di Mario Martone, dell'eponima opera di Georges Bizet. Un lavoro che, attingendo in parte all’originario romanzo di Prosper Mérimée, riformula l’intera vicenda trasponendola in una Napoli senza tempo.
La seducente zigana dall’imbelle bellezza, che induce chi se ne innamora alla più folle e cieca gelosia, diviene Carmèn, un’immagine riflessa di Napoli; città che ama e si lascia amare ma che, anche a prezzo della sua stessa esistenza, resta libera affermando fino in fondo la propria identità. Ed è così che la Carmèn di Moscato non trova il suo epilogo nella morte per mano dell’amante (così come nell’opera originaria) ma ne è da esso menomata nella vista. Accecata e sola, ma ancor più libera e forte, urla con braccio alzato e pugno chiuso, la strenua difesa della propria identità.
Tra vicoli e bordelli di basso bordo, si apre un universo di luoghi e personaggi che attingono alla multietnica cultura partenopea e che, con evidenti rimandi agli ultimi di Raffaele Viviani ed all’universo poetico dello stesso Moscato, contamina la scena, tra sonorità neomelodiche, di commedia popolare e sceneggiata.
Se da un canto, Moscato trova la sua fonte d’ispirazione nel suddetto paradigma, afferente alla più ovvia ed autocompiaciuta autorialità partenopea che fa di Napoli un cliché utile a riprodurre in scala tutto il bello ed il brutto dell’universo creato, d’altro canto, la sapiente regia di Martone, pur attingendo a piene mani ad un repertorio iconico ricco di luoghi comuni, sa dar forma, con leggerezza ed ironia, ad un opera musicale di indiscusso valore artistico.
Grazie ad una compagnia di grandissima esperienza ed indubbie qualità interpretative (impossibile non citare Iaia Forte, Roberto De Francesco, Ernesto Mahieux e Giovanni Ludeno), ed all’Orchestra di Piazza Vittorio che, diretta da Mario Tronco (arrangiatore anche delle musiche insieme a Leandro Piccioni), sa legare i quadri scenici in una trama musicale ricca e divertente, l’opera nel suo insieme risulta molto gradevole, cogliendo il pieno plauso della platea.