Il ventennale allestimento zeffirelliano di Carmen, riproposto anche quest’anno all’interno del cartellone areniano, ci presenta una Spagna perfettamente aderente a quel cliché che appartiene all’immaginifico di ognuno di noi: grandi gonnellone con le balze, sfrontate sigaraie che fumano con dovizia e senza pudore le loro sigarette, toreri dai vestiti sgargianti e appariscenti. Ne deriva uno spettacolo molto colorato, la cui dovizia di scene di massa, alle quali prendono parte anche cavalli e asini, lo rende di sicuro impatto, sopratutto all’interno di un contesto particolare come quello dell’anfiteatro veronese, ma che rivela anche una totale assenza di interpretazione della vicenda, la quale viene solo descritta con grande cura del dettaglio senza però alcuno scavo psicologico.
La figura più penalizzata risulta essere quella di Micaëla della cui personalità poco si evince e che si limita ad essere descritta come una brava ragazzina dall’abito azzurro ben curato. Decisamente superflui, e a tratti distraenti, i continui balletti e passi di flamenco eseguiti dal corpo di ballo ai due lati del palcoscenico.
Tempi larghi, mancanza di una reale concertazione e una certa monotonia tonale caratterizzano la direzione orchestrale di Xu Zhong che non riesce a dare un particolare taglio di lettura a una partitura di per sé ricchissima di spunti. Nel ruolo eponimo Luciana D’Intino, pur non trasudando sensualità, propone una Carmen più che credibile: l’emissione è ben controllata, l’acuto sicuro, il timbro vocale tornito e pieno. Al suo fianco il Don José di Jorge De Léon, dotato di un registro superiore piuttosto generoso, ma un poco carente a livello interpretativo. La Micaëla di Ekaterina Bakanova è non poco penalizzata dalle scelte registiche che non paiono conferirle quella personalità di rilievo che dovrebbe avere nell’economia della vicenda, ma spicca dal punto di vista vocale per colori, sfumature e delicatezza delle mezzevoci. Dalibor Jenis è un Escamillo corretto, ma piuttosto generico, che fatica talvolta nel registro più grave. Buone la Frasquita di Madina Karbeli e la Mercedes di Clarissa Leonardi.
Con loro: Gianfranco Montresor (Dancairo), Paolo Antognetti (Remendado), Gianluca Breda (Zuniga) e Marcello Rosiello (Morales). Più che onorevole la prova del Coro dell’Arena; una menzione particolare al Coro di voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Faciancani.