Verona, Arena, “Carmen” di Georges Bizet
CARMEN NELLA BANALITA'
Con la prima di Carmen si è rinnovato il fascino dell'Arena esaurita, pubblico internazionale (soprattutto germanofono) a gremire ogni settore sotto il cielo stellato. Lo spettacolo, con regia e scene di Zeffirelli e costumi di Anna Anni, appare oggi sciatto e “polveroso”. L'edizione è con i recitativi cantati ed è di una banalità disarmante, a cominciare da Carmen mora, riccioluta, scalza e vestita di rosso e Micaela bionda, trecciuta, vestita di celeste e con scialle frangiuto. Le sigaraie fumano tutte e in modo plateale, sfacciato, ostentato. Fastidiosi i continui balletti ai lati del palcoscenico che non contribuiscono a creare l'atmosfera: la scenografia è fin troppo esplicita nel ricreare la piazza, le case e le montagne (necessita di eccessivamente lunghi intervalli tra gli atti, dilatando i tempi della recita: un bel “sipario” di scialli sfrangiati su pali infissi nel palcoscenico, come reti da pesca appese ad asciugare, consente, durante gli intervalli, i cambiamenti di scena).
Nel cast si è segnalata l'ottima Micaela di Elena Mosuc: a Verona l'applauso non si nega (quasi) a nessuno, ma lei l'ha davvero meritato ed è l'unica ad avere cantato benissimo. Ildiko Komlosi è una Carmen dal fraseggio duro, la cui voce esprime meno emozione e colori di quanto sia necessario, penalizzata anche da una regia senza idee (ripresa da Marco Gandini) e dagli spazi dell'Arena che richiedono un'emissione ad hoc. Poco convincente nell'habanera, l'ungherese cresce nel corso dell'atto, preferendo le discese nel registro contraltile che le salite in quello sopranile (e questo va bene) e giungendo alla fine a una prova discreta. Marco Berti è un Don Josè verista nello stile, dalla voce usurata che fatica negli acuti e non trova i giusti accenti, non riuscendo a tratteggiare il carattere tormentato del personaggio. Marco Di Felice è Escamillo, la voce è troppo chiara per il ruolo e soprattutto si spegne nelle discese verso il basso. Non soddisfacenti i ruoli di contorno, Fabio Previati (Dancario), Ganluca Floris (Remendado), Cristina Pastorello (Frasquita) e Milena Josipovic (Mercedes); con loro Carlo Striuli (Zuniga) e Marco Camastra (Morales).
Daniel Oren ha diretto l'orchestra dell'Arena con una velocità impressionante, esagerata nell'overture che sembrava un film di Ridolini, a volte mettendo in difficoltà gli stessi cantanti (quintetto del secondo atto). E quando gli interpreti tendevano a rallentare, come nel quarto atto, si levavano dalla buca i sonori “dai, dai” di Oren che incitava a riprendere il ritmo, accompagnati da vistosi, roteanti movimenti di braccia. Coro preparato da Marco Faelli, coro di voci bianche diretto da Paolo Facincani.
Arena gremita, pubblico festoso, rumoroso ed eccessivamente plaudente, spesso a coprire l'orchestra.
Visto a Verona, Arena, il 05 luglio 2008
FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al
Arena
di Verona
(VR)