Prosa
CARO BUGIARDO

Lo spettacolo, sottile e beff…

Lo spettacolo, sottile e beff…
Lo spettacolo, sottile e beffardo, dai forti risvolti psicologici è un omaggio al mestiere dell’attore: un avvicendarsi di emozionanti quadri che giocano sulla corda dell’introspezione e del confronto. Un coinvolgente “dietro le quinte” in cui i due attori (Anna Mazzamauro e Corrado Tedeschi) interpretano “se stessi” in un singolare ed impertinente gioco di “teatro nel teatro”. La commedia, scritta da Jerome Kilty nel 1960 ed adattata dalla Mazzamauro per l’occasione, narra della storia d’amore tra due personaggi dalla complessa personalità: il commediografo George Bernard Shaw e l’attrice Stella Patrick Campbell. Un’ intensa relazione che si traduce in un elegante e vivace rapporto epistolare. A rappresentare il fulcro della narrazione sono, perciò, le numerose lettere che i due si scrissero nel corso degli anni “…lettere che entrambi conservarono, per le quali litigarono; che scambievolmente si resero, che per poco non persero durante la seconda guerra mondiale” (Jerome Kilty). Le vicende personali e le forti emozioni dei protagonisti in scena si mescolano, così, a quelle dei rispettivi personaggi, in una continua serie di rimandi tra passato e presente. Un testo piacevolmente insolito che viaggia parallelo su due differenti binari. Esso infatti da un lato ripercorre, attraverso le lettere, alcuni dei più significativi accadimenti storici a cavallo fra le due guerre, dall’altro descrive, con simpatica ironia, il mondo del teatro in tutti i suoi aspetti, osservato da dietro le quinte. Tutto si svolge nei camerini, poco prima di entrare in scena: i due attori si preparano, indossano i costumi, fanno “prova memoria”, si stuzzicano, scherzano, si scontrano. La tensione arriva al culmine e sul finale … il “chi è di scena!”. Bravissimi Corrado Tedeschi e Anna Mazzamauro nel caratterizzare i personaggi. Essi mantengono viva la narrazione senza mai cedere, coinvolgendo lo spettatore che assiste entusiasta. Un’eccezionale prova d’attore per l’inedita coppia, la quale si riscatta dal rispettivo ruolo, troppo spesso “astringente”, (seppur degnissimo) di “presentatore televisivo” e della celebre “signorina Silvani” di Luciano Salce. Originale e raffinatissima anche la regia di Pino Srabioli, ben rafforzata dall’efficace scena di Alessandro Chiti. Piuttosto opinabile la scelta dell’utilizzo dei microfoni in scena. Napoli, Teatro Troisi, 13 novembre 2008.
Visto il
al Giuditta Pasta di Saronno (VA)