Nel 1985 Jean-Claude Brisville scrive la commedia Il colloquio tra Monsieur Descartes e Monsieur Pascal il giovane, messa in scena il 22 ottobre dello stesso anno al Petit-Odéon di Parigi (diretto allora da Giorgio Streheler) per la regia di Jean-Pierre Miquel (al quale Brisville dedica lo spettacolo quando lo dà alle stampe l'anno successivo). La commedia racconta l'incontro, davvero avvenuto, il 24 settembre del 1647, tra i due grandi filosofi, quando Pascal aveva 24 anni e Descartes 51.
L'incontro fu storico ma naturalmente quel che si dissero è frutto della fantasia di Brisville che coglie l'occasione per dipingere due forti personalità, quella di Descartes, uno dei padri della modernità e della speculazione razionale, all'apice del successo e della fama professionali, e quella del giovane Pascal, minato nel fisico quanto infiammato nell'animo da una fede mistica che fa di Gesù Cristo la coordinata precipua di tutta la sua esistenza. I due filosofi si disputano il primato della ragione con quello della fede ma ben presto dietro la disputa filosofica traspare quella politica che vede Pascal schierato con i Giansenisti e contro i Gesuiti su questioni (Aveva diritto M.me de Sablé di andare a ballare la sera se aveva fatto comunione la mattina?) che a Descartes non interessano affatto. E quando Pascal perora la causa di Monsiuer Arnauld (colpevole di aver criticato il confessore gesuita di M.me de Sablé che le aveva dato il permesso di andare a quel ballo) Descartes ricorda a Pascal che con il suo eccesso di zelo ha fatto interdire dall'insegnamento un teologo in odore di eresia (per alcune sue idee bizzarre sul ...sul latte della Madonna) ma buono di cuore e, soprattutto, un povero diavolo.
Brisville non nasconde la sua simpatia per Descartes ma ha la grande intelligenza di mostare l'umanità di entrambi i filosofi (quella dolente e minata nel fisico di Pascal e quella saggia ed ecumenica di Descartes) senza schierarsi apertamente per uno dei due lasciando allo spettatore lo spazio e il modo di decidere se seguire la passione nella ragione di Descartes o il delirio mistico di Pascal.
Un testo niente affatto noioso o difficile da seguire grazie alla felicità di scrittura di Brisville e che sicuramente richiede una messa in scena attenta, una regia davvero capace e due attori di rare capacità. I fortunati spettatori che avrano il piacere di seguire questo piccolo (nella durata) capolavoro capiranno che il testo ha trovato uno spazio adeguato (il piccolissimo teatro Stanze Segrete di appena 40 posti) con una scena d'effetto (i mobili sono presi dal set de In nome della rosa, come spiega il regista dopo la prima, intrattenenutosi brevemente col pubblico) dai costumi perfetti (grazie alla competenza della costumista che ha lavorato per Rossellini...) e dalla regia magnifica che sa mettersi a disposizione del testo ma, al contempo, dà prova della sua intelligente e colta presenza e, last but not least, due interpreti in stato di grazia come
Ennio Coltorti (nel ruolo di Descartes) che firma anche la regia (oltre a essere il direttore artistico del Teatro) e Jesus Emiliano Coltorti che incarna il fervore giovanile di Pascal con una convinzione tale che dinanzi gli occhi lo spettatore non ha più l'attore ma già il personaggio, complici anche le dimensioni ridotte del teatro che fa recitare i due Coltorti, nella vita padre e figlio, a pochi centimetri dal pubblico, di modo che si ha l'impressione di avere come per magia viaggiato indietro nel tempo e di stare assistendo, non visti, a quello storico incontro.
Uno spettacolo da non mancare, un'occasione per assistere a un felicissimo incontro tra testo e interpreti che, ne siamo certi, rimarrà nel cuore di chi lo andrà a vedere come è rimasto nel nostro.
Roma, Teatro Stanze Segrete, dal 3 al 15 Marzo 2009
Visto il
al
Stanze Segrete
di Roma
(RM)