Prosa
CASANOVA

Passato alle cronache - qu…


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Passato alle cronache - quelle dell’epoca in cui è vissuto - come inguaribile seduttore, Giacomo Casanova è sicuramente uno di quei personaggi affascinanti ma controversi, che ha conosciuto una fama diversa da quella di insaziabile sciupafemmine solo molto tempo dopo la propria morte. Anche oggi, il suo nome è legato indissolubilmente all’immagine di un impenitente donnaiolo. Eppure, nonostante l’accostamento alla figura del Don Giovanni (un personaggio di fantasia che, seppur amante del gentil sesso, ha un approccio più cinico e disincantato nelle proprie relazioni amorose), Casanova era anche altro. Un raffinato scrittore, un letterato, una persona di grande intelligenza e spirito. Caratteristiche che, forse, sarebbero emerse se il personaggio non avesse preso il sopravvento sulla persona.

Il testo scritto da Ruggero Cappuccio sembra allora una sorta di riscatto e la magistrale interpretazione di Roberto Herlitzka, che si misura con la leggendaria figura del libertino veneziano nella prima nazionale al Franco Parenti di Milano, propone al pubblico un’immagine diversa. Quello di Herlitzka è un Casanova ormai anziano, che avverte l’arrivo della fine e si racconta, confrontandosi con cinque figure femminili: un po’ streghe, un po’ bambole da carillon, inquiete e inquietanti, valide comprimarie di un interprete al quale non rubano mai la scena offuscandone la figura, ma partecipano alla recita anche rimanendo in silenzio. Fantasmi del passato, personificazioni di ex amanti con le quali intrattiene un dialogo particolare, condito da accuse e derisioni, dal quale però emerge un aspetto inedito del giovane, la capacità di amare e comprendere l’universo femminile.

Il racconto inizia nel castello di Dux in Boemia, dove Casanova scrisse le sue “Memorie” ed è un condensato di alcuni degli episodi salienti della sua vita (in particolare, la fuga dai Piombi e il duello di Varsavia per una donna). Tuttavia, la messa in scena non presenta alcun elemento caratteristico dell’ambientazione originale. Non per questo però il palcoscenico rimane spoglio, anzi. La presenza dei sei attori riempie di per se’ il palco e i pochi oggetti presenti - una valigia bianca, alcuni mazzi di fiori, le gonne-velo delle cinque dame che non rappresentano un mero capo ornamentale - non fanno rimpiangere la mancanza di una scenografia più sfarzosa e ricca di dettagli.

Lo spettacolo, la cui regia è affidata ad Nadia Baldi, è dunque una versione sincera e accorata di una figura ormai divenuta un mito nell’immaginario collettivo, di cui si conoscono solo aspetti superficiali e rappresenta un’ottima occasione per riscoprire Casanova sotto una luce diversa, guardando al lato più umano del celebre avventuriero.

Visto il 15-07-2014