Potenza di internet: trasmesso in diretta tramite il portale OperaVision dal Teatro Comunale Abbado di Ferrara, la sera del 17 marzo Catone in Utica è stato visto da 10.500 persone. Più o meno come in una dozzina di recite.
Altre si aggiungeranno, dal momento che lo spettacolo resterà disponibile a lungo in streaming. D'altro canto, questo genere di trasmissione sta prendendo sempre più piede, raggiungendo quasi ogni angolo del mondo. Lo si poteva percepire leggendo i tantissimi commenti dal vivo.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Il Vivaldi della piena maturità
Siamo di fronte ad uno degli ultimi melodrammi di Antonio Vivaldi, portato in scena al Teatro Filarmonico di Verona nel marzo 1737. Successo allora strepitoso: sei recite bastarono a recuperare le spese. Il libretto del Metastasio, ben noto, venne stravolto in più punti – malcostume dei tempi – sostituendone gran parte delle arie, e musicandone solo il II° e III° atto.
Partendo cioè da quando Marco Porcio Catone, rifugiato a Utica con i suoi legionari, progetta disperate contromosse alla sconfitta subita da parte di Giulio Cesare e dei suoi seguaci. E concludendo il lavoro non con il suo suicidio - pronunciando il celebre epitaffio «Virtù, non sei che una parola» - bensì con l'inopinata, magnanima grazia di quest'ultimo. A dispetto della verità storica, ma tant'è...
Un florilegio di arie memorabili
A parte questo, l'intera opera – a parte la rituale lungaggine dei recitativi – pullula di pagine degne di nota. Curiosamente, più spettanti a Cesare che a Catone: vedi le arie «Se in campo armato», «Apri le luci e mira» (recupero dalla Ginevra del 1736), «Sarebbe un bel diletto» e «Se mai senti spirarti sul volto» vertice, forse, della partitura. E poi l'espressività commovente de «Il povero mio core» di Marzia, ed il breve, concitato duetto di Catone/Marzia «Fuggi dal guardo mio».
Prove innegabili che il linguaggio musicale del Prete Rosso avesse guadagnato, negli ultimi anni di attività, non solo un'ulteriore capacità d'inventiva melodica, ma anche la volontà di montare un apparato strumentale più solido e variato.
Torna in campo uno fra i massimi esperti di Vivaldi
Per questo inedito allestimento ferrarese del Catone, che fa seguito al Farnace del 2021, torna di nuovo a presiedere musicalmente Federico Maria Sardelli, fra i più autorevoli interpreti di Vivaldi, oltre che fra i suoi massimi studiosi. Inutile dire che la sua concertazione è assolutamente impeccabile, energica e sciolta, ricca di colori; e che trova perfetta intesa con un cast tutto italiano, e tutto all'altezza del compito assegnato sia per adeguata consapevolezza stilistica, sia per le brillanti doti vocali.
Cast formato dal tenore Valentino Buzza (Catone), dal soprano Arianna Vendittelli (Cesare), dai mezzosoprani Miriam Albano (Emilia) e Valeria Girardello (Marzia), dal soprano Valeria La Grotta (Arbace) e dal contralto Chiara Brunello (Fulvio). Un plauso va anche all’eccezionale Orchestra barocca Accademia dello Spirito Santo di Ferrara, in cui le competenze individuali si fondono in un insieme flessibile e compatto.
Grande talento in regia
Come già constatato per il succitato Farnace, il regista Marco Bellussi mostra d'avere vantaggiosa consonanza con il teatro barocco, genere mai facile da portare in scena oggidì. Evitando fastidiosi attualizzazioni – che troviamo sovente e volentieri fuorvianti - non ne rinnega gli aulici stilemi, ma cerca di farne rivivere lo spirito con essenzialità, naturalezza, diligente cura della recitazione.
Per le scene, si avvale ancora di Matteo Paoletti Franzato, che elabora un neutro, elegante apparato ravvivato da oggetti classicheggianti. Sobri ed elegantissimi anche i costumi di Elisa Cobello. Luci di Marco Cazzola e videoproiezioni dello studio Creativite Idea.
Catone in Utica è visibile su YouTube oppure su Opera Vision.