Cavalleria Rusticana e Pagliacci di nuovo al teatro Goldoni di Livorno .
Il teatro di Pietro Mascagni e Galliano Masini ha riproposto " alla grande " una delle mitiche serate che restano nella mente dei fortunati spettatori e porteranno nel mondo il sigillo dell'Italia più bella .Come sempre è stato . Un investimento di risorse artistiche che si tramuterà in una resa economica e morale formidabile . Perchè la cultura e l'arte " fanno sistema " .
Entrare al Teatro Goldoni di Livorno è stato un viaggio nel tempo : all'ingresso due carabinieri in alta uniforme , lo stupendo ottocentesco foyer , la sala illuminata e brulicante di gente in febbrile attesa , rumori disarmonici di strumenti musicali alla ricerca del giusto accordo .... e finalmente le note dell'Inno di Mameli. Tutti in piedi : il viaggio è iniziato . La mente corre ai 150 anni di Storia d'Italia , dal passato al futuro ,passando per il presente.
Ed il presente è stato stupendo . L' Orchestra Regionale Toscana ( ORT ) diretta dal giovane e già famoso Jonathan Webb ha reso " scintillanti " ( scusate l'espressione poco musicofila )le armonie di Mascagni e Leoncavallo, ha sorretto e coordinato con incredibile perizia le " voci " compreso il coro che ha costituito la " coreografia parlante "di questo straordinario allestimento operistico.
Peccato che una inopportuna influenza abbia reso impossibile la prestazione della soprano Raffaella Angeletti , sostituita nel ruolo di Santuzza da Elena Pankratova che ha " sfoderato " un timbro vocale dotato di eccezionale " nitidezza armonica ", elevata estensione e modularità ed una recitazione sentita ,partecipata ed espressivamente dinamica. Nedda in Pagliacci, che in prima serata doveva essere interpretata da Raffaella Angeletti, è stata sostituita da Esther Andaloro una soprano bella e brava che ha dato giusta fisicità e nuova freschezza interpretativa al ruolo della bella Colombina. Insomma è dominante il ruolo della donna sia in Cavalleria che in Pagliacci. L'amore , il tradimento e la gelosia per mettere in evidenza la quasi immutata condizione femminile nel rapporto maschio- femmina ad oltre un secolo di scrittura dei rispettivi libretti. Tra gli interpreti maschili " grande voce " ed ottima esecuzione di Mickael Spadaccini in Turiddu , eccezionale interpretazione scenica di Ernesto Grisales in Canio ed un apprezzamento per il doppio ruolo Alfio/Tonio realizzato magistralmente da Anooshah Golesorkhi. La regia di Alessio Pizzech ha evidenziato la giusta sacralità di Cavalleria ed ha reso universale Pagliacci : non un semplice lavoro di maquillage . La polvere del tempo , quando viene tolta , rende nuovo ,come stasera , un percorso artistico . Un complicato giro di parole che un mio giovanissimo vicino di poltrona ha così simpaticamente sintetizzato : " ganzo questo musical ! "
Alla fine della rappresentazione, quando tuona nella perfetta acustica del mitico Goldoni " la commedia è finita " uno scroscio ininterrotto di applausi che hanno giustamente premiato un allestimento operistico che rimarrà nella storia .
Visto il
05-02-2011
al
Teatro Alla Scala
di Milano
(MI)