Lirica
CAVALLERIA RUSTICANA

Balletto e melodramma: coppia vincente alla Scala

Balletto e melodramma: coppia vincente alla Scala

Quando la delicata bellezza del balletto si sposa con la passionalità sanguigna del melodramma, non può che nascere uno spettacolo unico per grandezza e intensità. Il Teatro alla Scala ha offerto, ieri sera, momenti di pura magia agli appassionati del genere e non solo. Impossibile non rimanere affascinati dal talento e dalla classe di Beatrice Carbone e Claudio Coviello, impegnati ne Le Spectre de la rose, un classico nato cent’anni fa per i Battets rousses di Djagilev. La coreografia di Michail Fokin propone una danza costantemente espressiva, priva di virtuosismi forzati, volutamente impreziosita di movimenti che appartengono al balletto moderno (la tecnica delle braccia utilizzata dalla Giovane, non più congelata, ne è una prova). Emozioni intense anche per La rose malade, danza d’amore e morte, ispirata al poemetto di William Blake, The Marriage of Heaven and Hell. Particolarmente coinvolgente la prova dei due protagonisti (Vittoria Valeri e Mick Zeni) in una scena completamente nuda. La coreografia di Roland Petit, sulle note dell’Adagietto di Gustav Mahler, offre attimi di tormento ed estasi, tra sogno e realtà, con giochi sottili, gesti inquietanti e slanci pieni di ardore.
Poi, finalmente, l’opera più attesa: Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, ispirata all’omonima novella di Verga. Il melodramma, offerto nello spettacolo di Mario Martone, resta fedele al libretto, ripercorrendo gli intrecci tra i vari personaggi della storia attraverso pezzi lirici e quadri d’ambiente (il coro d’introduzione, il canto religioso in uscita dalla chiesa, il brindisi, la sortita di Alfio). Protagonisti assoluti, due tenori di fama internazionale: Liudmyla Monastyrska (nei panni di Santuzza) e Jorge De Leòn (Turiddu), i quali hanno mostrato, ancora una volta, la grandezza del proprio talento e una personalità più unica che rara. Con loro, sul palco, Valeria Tornatore (Lola, amante di Turiddu) e Vitaliy Bilvy (Alfio, marito di Lola, che arriverà ad uccidere il suo rivale in amore).
Di questa straordinaria opera, in cui agiscono personaggi profondamente calati nell’ambiente e nelle tradizioni siciliane, impressionano, in modo particolare, le aperture melodiche nella costruzione delle scene drammatiche più intense (in particolare durante il confronto tra Santuzza e Turiddu, dopo che la donna scopre il tradimento dell’amato). I dialoghi, mobili e ariosi, risultano ricchi di gesti melodici e coinvolgono emotivamente lo spettatore. Interessante la figura di Lucia, madre di Turiddu (interpretata dalla straordinaria Elena Zilio), una sorta di perno attorno al quale ruotano tutti gli altri personaggi e le verità più taglienti che, via via, emergono nella storia.
Fondamentale il compito narrativo svolto dall’Orchestra diretta da Maestro Daniel Harding. La musica accompagna, nota dopo nota, cambi di scena e stravolgimenti emotivi, quasi a decifrare e a voler sottolineare, con ancor più chiarezza e decisione, tensioni, tormenti, angosce e violenze sulle quali si sviluppa l’intera l’opera. Applausi. 

Visto il 31-01-2014
al Teatro Alla Scala di Milano (MI)