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CERCANDO PICASSO

Cercando Picasso, ritratto di genio con danzatrici

Cercando Picasso, ritratto di genio con danzatrici

Un grande letto candido troneggia al centro della scena immersa in un bianco luminescente.
Compare tra le lenzuola Picasso in carne ed ossa, si scopre, è a torso nudo, sorge dal talamo per raccontarci la propria storia con parole come pennellate, scaltre e sospese, agili ed eufoniche, sincopate e discontinue, come la sua pittura.
Sorgono dai drappi di lenzuola candidi e arruffati, una ad una, nove incantevoli fanciulle, danzano sinuose intorno al protagonista, riecheggiano colori e movenze delle demoiselles d'Avignon, simboleggiano l’universo femminile dell’artista spagnolo.
Così la voce calda e vibrante di Giorgio Albertazzi, signore del palcoscenico ed autorevole esponente dell’arte teatrale italiana, dipinge emozioni con pennello e colori di parole, mentre la Martha Graham Dance Company completa l’affresco con i corpi vibranti delle sue ballerine-mimo. Figure che scandiscono il tempo come lancette, si muovono in una danza evocativa che palpita di emozioni, luminose o dal cuore nero, su coreografie storiche di Martha Graham e originali di Janet Eilber.
Poi il letto sparisce, divorato dal bianco, mentre cala un picassiano quadro-sipario. Felici le scelte di Pier Paolo Bisleri, che firma scene e costumi, Antonio Giacomin, autore dei video e Nino Napoletano, artefice del disegno luci: abilmente si mescolano, in un succedersi lesto di suggestioni, l’acromatico bianco e le tinte dei quadri di Picasso, come le sue linee che chiudono i propri tratti in forme immaginifiche. Altrettanto indovinate le ammalianti scelte musicali che vanno da  Manuel de Falla, a Stravinsky, a Saint-Saens, a Kodàly…
Le parole a cui magistralmente Albertazzi dà voce e anima, sono quelle di autori amati da Picasso come García Lorca, o parole dello stesso pittore, tratte con arguzia dai suoi scritti, dai suoi poemi, dai testi teatrali. E proprio una sua opera di teatro è stata scelta dall’abile mano del regista Antonio Calenda, sorprendente e raffinato Deus ex machina della pièce, quale fulcro dello spettacolo: Il desiderio preso per la coda, storia-non storia firmata da un genio e aperta a più interpretazioni. Il testo, onirico e surreale, visionario e disarticolato, scritto nel segno della quasi totale assenza di punteggiatura, ha come protagonisti Piede Grosso, la Torta, l’Angoscia Grassa, l’Angoscia Magra, la Cugina, la Cipolla, Puntale rotondo e il Sipario, personaggi del mondo interiore dell’artista che si materializzano in scena nei corpi dell’attore e delle danzatrici e nelle voci, oltre che dello stesso Albertazzi, di Piera Degli Esposti, Andrea Jonasson, Franca Nuti, Elisabetta Pozzi, Stefania Masala, Antonio Calenda, Jacopo Venturiero.
L’io di Picasso, sia esso l’Arlecchino pensoso o quella rappresentazione dello spirito della terra e dell'espressione artistica che è il ‘lorchiano’ Duende, ci racconta la pittura di un genio che considerava la pittura un racconto, un modo di scrivere storie che ti prendono la mano e ti portano ad una verità che non esiste, dandoci insegnamenti alti e universali: “Un pittore non dipinge quello che vede, dipinge quello che sente… Dire di finire un’opera è una bestialità… L’arte è pericolosa, se è casta non è arte” solo per citarne qualcuno.
Durante la messinscena esitano gli applausi di un pubblico attonito, che ha timore di interrompere la magia, di spezzare l’incanto di corpi e voci che si intrecciano, si passano il testimone, si fondono e si confondono nel dar vita ad un alto e completo momento di buon teatro, bello e intenso, sacro e dissacrante.

Visto il 13-03-2012
al Bellini di Napoli (NA)