Extra
CERCANDO PICASSO

Impudico e fiero,  un…


	Impudico e fiero,  un…

Impudico e fiero,  una nudità appena accennata che emerge da un ampio letto bianco, eteree figure femminili, Albertazzi-Picasso si fa portatore di un' ideologia provocatoria sotto la regia di Antonio Calenda. Non una biografia di Picasso, bensì un' onirica affabulazione intorno le ragioni stesse della sua arte. Albertazzi-Picasso è un artista che interpreta se stesso., come in un gioco di scatole cinesi, dove il pensiero si moltiplica e amplifica senza un filo logico: solo manciate di parole, spruzzi di colore, frammenti di vita contenuti nel commento coreografico delle nove danzatrici della Martha Graham Dance Company, sulle note di De Falla, Satie e Stravinsky. Il filo conduttore è il desiderio costante di esorcizzare la vecchiaia e la morte: muse provocanti, fantasie astratte di un uomo maturo che concupisce giovani vergini in nome di un amore vorace e osceno.  Albertazzi, cercando Picasso, usa i versi di Garcia Lorca, si diverte con gli aforismi del pittore di Guernica, cita altri poeti, altri filosofi e anche se stesso.
Il progetto teatrale di Antonio Calenda è solido, ma è al contempo un viaggio fantasmagorico tanto nel percorso artistico di Picasso, quanto tra le esperienze culturali più significative della prima metà del ' 900. La regia di Calenda non indulge negli abusati stilemi del naturalismo, sceglie la figurazione simbolica come trasposizione della visionarietà di Picasso. Il regista pone in comunicazione danza e pittura: le ballerine danno corpo ai fantasiosi personaggi di Picasso, la scenografia richiama alcune tappe artistiche del pittore al fianco di Sergej Diaghilev, l' affinità estetica tra Martha Graham e Picasso è esplorata attraverso alcune storiche coreografie della Company americana: Lamentation, Steps in the street, Deep songs.
La recitazione, insieme a pittura e danza, costituisce il terzo pilastro espressivo dello spettacolo: oltre ai nuclei tematici del pittore spagnolo e delle liriche di Apollinaire, Baudelaire, Rimbaud, l'attore si confronta con la riflessione sul teatro e sull' arte su musiche di Igor Stravinsky e con l’enigma intrecciato alla tauromachia attraverso i versi di Garcia Lorca. L’interpretazione dell’ottantasettenne Giorgio Albertazzi, è acuta e spiritosa al pari dell'inesausto reinventore della pittura che impersona. In questa rappresentazione si è portati a cercare la figura intima di Picasso, e, per chi conosca un po’ Giorgio Albertazzi, si trova una parte intima di chi la interpreta. E’ una grande rappresentazione recitata con estrema naturalezza da uno dei più grandi attori di questo e dell’altro secolo.

Visto il 18-02-2012
al Ermanno Fabbri di Vignola (MO)