Dopo 2 anni d’assenza, torna a Bologna la compagnia Aterballetto, guidata dalla direzione artistica di Cristina Bozzolini, per stupirci con uno spettacolo che lascia letteralmente senza fiato. Aterballetto e Luciano Ligabue: quale sarebbe stato il frutto dell’unione di questa dicotomia? Come si sarebbe adattato Mauro Bigonzetti ad un “rocker” nazionalpopolare come l’artista di Correggio? Questi sono solo alcuni degli interrogativi che la notizia di questa collaborazione ha portato alla mente. Per avere tutte le risposte basta guardare “Certe notti”, e scoprire che non è Aterballetto che si è adattata a Ligabue e neanche Ligabue che si è adattato ad Aterballetto, e che questa dicotomia è solo apparente.
Le canzoni di Luciano Ligabue ci hanno sempre emozionato, ebbene Mauro Bigonzetti ha tradotto col corpo queste emozioni toccando corde intime, che vengono sollecitate poi ad esprimersi e ad introiettarsi nello spettatore, il quale riesce a commuoversi in più punti dello spettacolo.
Ma sarebbe banale pensare che si tratti di un semplice spettacolo di danza. E’ uno spettacolo “rock”, spudorato, provocatorio, “in cui la danza esce dalla propria nicchia per muoversi su territori popolari” per dirla con le parole dello stesso Luciano. E a sancire questa unione installazioni video ad opera di Angelo Davoli, che sono di sicuro il valore aggiunto all’intera rappresentazione. La danza non viene sacrificata per il video e allo stesso tempo le proiezioni non danno l’idea di coprire mancanze coreografiche, bensì questa multimedialità altro non fa che da ponte tra musica e ballo armonizzando il contesto. Ed è proprio l’armonia il tema che simboleggia il connubio tra tutti i linguaggi. Lo schema, utilizzato per disegnare i silos di una cava di un cantiere in attività evoca la forma di un ideogramma giapponese che ha il significato di armonia. Il cielo riprende possesso dello spazio, si integra e compenetra il manufatto armonicamente; cielo e terra che si completano, così come danza e rock si fondono in un unico linguaggio che lancia lo stesso messaggio: EMOZIONARE.
Anche in scena, come in video, il posizionamento dei monitor e dello schermo riprendono la forma dello stesso ideogramma, il palco è nudo, esaltando ancora di più i corpi aerei di questi magnifici performer. Performer che, non solo si muovono sulle note dei pezzi più belli di Ligabue, ma anche sulle sue poesie e su brani tratti dal film Radiofreccia.
Insomma, uno spettacolo dove il corpo traduce i segreti dell’anima svelati dalla musica nazionalpopolare. Una traduzione ad opera di una generazione di cinquantenni(Bigonzetti, Ligabue, Davoli) in una generazione di venticinquenni( i danzatori).
L’Italia aveva bisogno di uno spettacolo così, e la dimostrazione l’abbiamo se ci guardiamo intorno subito dopo la rappresentazione: anziani, giovani, bambini, famiglie … Un pubblico diverso da quello che di solito segue Aterballetto, e che ancora di più sottolinea il valore e l’importanza di questo lavoro.
“...qui si può restare soli, certe notti qui, che se ti accontenti godi, così così / certe notti son notti, o le regaliamo a voi, tanto Mario riapre prima o poi...”
Visto il
29-11-2009
al
Celebrazioni
di Bologna
(BO)