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CHAT A DUE PIAZZE

Mario Rossi torna a farci ridere

Mario Rossi torna a farci ridere

Il sipario del Teatro si apre ed ecco che la compagnia si appresta a darci un quadro della situazione famigliare di Mario Rossi, trascorsi 20 anni dall’episodio rappresentato in “Taxi a due piazze” e, a quanto pare, “fregato” dalle più moderne tecnologie della comunicazione che richiedono ben altra capacità di inventare bugie, per coprire una doppia vita. La prima parte dello spettacolo mostra un faticosissimo e meticoloso lavoro di costruzione scenica e regia e una grande perizia tecnica degli attori nel parlare a turni e all’unisono; i protagonisti si scambiano con disinvoltura case, stanze e relative porte, passando gli uni accanto agli altri e fingendo abilmente di non vedersi.

Il gioco riesce alla perfezione, ma se è vero che Fabio Ferrari e Gianluca Ramazzotti sono bravissimi, dinamici e possono contare sulla loro simpatia innata e nonostante la complicità di un cast all’altezza del compito, la commedia stenta inizialmente ad ingranare e per una buona mezz’ora il pubblico viene coinvolto poco. Rispetto alla vecchia commedia di Cooney non troviamo nulla di nuovo ed interessante e sono poche anche le battute divertenti… Ma è solo la prima impressione e superato il momento più difficile, il motore parte e prende velocità senza arrestarsi più. Nonostante sia internet a mettere in pericoloso contatto le due famiglie Rossi, è ancora una volta il telefono l’oggetto più utilizzato dai protagonisti, sfruttato per le migliori gag: si comincia con Mario che al telefono si finge il gestore di un ristorante cinese, poi è il turno di Walter che interpreta la segreteria telefonica particolare del signor Rossi e tra una risata e l’altra, senza che ce ne rendiamo conto, pian piano la tensione sale e ci troviamo in apprensione per le vicende intricate del tassista romano.

A rendere tutto più difficile e assurdo è l’esasperata invadenza degli altri personaggi, che non ne vogliono sapere di farsi i fatti propri e più Walter e Mario tentano di spingerli fuori dalle loro vite, più questi vi si addentrano come in un meccanismo a molla. I movimenti sul palco, in tal senso, sono accuratamente studiati e di grande efficacia ed i tempi scenici sono perfetti grazie agli attori che inseguono un ritmo sempre più incalzante.

Nel secondo tempo è un personaggio come quello del padre di Walter, interpretato da un magnifico Raffaele Pisu, che potrebbe rimanere semplice comparsa, a divenire invece elemento di ilarità e ad arricchire ancor più gli equivoci; talvolta non ha nemmeno bisogno di parlare, bastano la sua irresistibile mimica facciale o un gesto a farci sorridere.

Antonio Pisu e Claudia Ferrari sono in gamba ma non si fanno notare troppo; le due mogli interpretate da Lorenza Mario e Miriam Mesturino invece, sfruttano poco la potenzialità dei loro personaggi per buona parte della commedia, fungendo da semplici “spalle” dei due protagonisti maschili, per riscattarsi solo nell’ultima parte, mostrando carattere e godendosi il loro momento, rivelandosi in fine le vere conduttrici dei giochi, con tanto di colpi di scena conclusivi.

Visto il 08-12-2009
al Della Cometa di Roma (RM)