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CHE DISASTRO DI PETER PAN

Quando Peter Pan è un disastro (di commedia)

Che disastro di Peter Pan
Che disastro di Peter Pan

Lo spettacolo, scritto da Henry Lewis, Jonathan Sayer e Henry Shields, è un perfetto meccanismo di “teatro nel teatro”. Il cast della produzione AB Management è pronto ad alzare l’asticella.

Dopo essere stato applaudito per tre stagioni consecutive nei teatri di tutta Italia, lo strampalato cast di Che disastro di commedia (pluripremiato successo mondiale, da cui è stata tratto anche un musical che ha spopolato a Broadway) è pronto ad alzare l’asticella con la sua nuova produzione: Che disastro di Peter Pan, tratto dal testo originale di J.M. Barrie.

Grazie a un’inaspettata e ingente somma di denaro, ricevuta da un mecenate, tornano dunque sul palcoscenico gli spassosissimi attori della compagnia amatoriale di Sant’Eufrasio Piedimonte – ambiziosi e battaglieri come non mai – questa volta alle prese con il complicato allestimento di un classico della letteratura per l’infanzia.

Lo spettacolo si sviluppa su due piani narrativi che si intrecciano, ovvero la trama di Peter Pan, che tenta di emergere rispetto ai contrattempi che si accumulano durante la rappresentazione; le vicende personali degli attori, tra cuori infranti, litigi, gelosie e ansia da palcoscenico, sostituzioni improvvisate.

Broadway sull’Isolachenoncè: “teatro nel teatro”

La pièce, scritta da Henry Lewis, Jonathan Sayer e Henry Shields, è un perfetto meccanismo di “teatro nel teatro”; infatti, lo spettacolo comincia dall’ingresso degli spettatori in sala, con gli immancabili inconvenienti tecnici dell’ultimo minuto (martelli che spariscono, trapani che non funzionano, cavi elettrici da sistemare da un estremo all’altro della platea…).
La scenografia è protagonista quanto gli attori, i quali assistono impotenti al suo progressivo cadere a pezzi (con precisione millimetrica, spesso sottolineata da effetti scenici e sonori al cardiopalma).

La regia di Adam Meggido sembra tuttavia concentrarsi sulle relazioni tra gli attori e sulle loro reazioni ai disastrosi imprevisti in cui si trovano coinvolti. I piccoli disastri di cui è costellata la pièce suscitano risate, ma diventano prevedibili, col risultato che, talvolta, l’elevata aspettativa del pubblico che ha assistito al precedente lavoro viene soddisfatta solo parzialmente.

Particolarmente apprezzata, invece, la scelta di salutare l’arrivo di Wendy e dei suoi fratellini John e Michael sull’Isolachenoncè in una coreografia in perfetto stile Broadway.

Tutti gli interpreti sono chiamati a ricoprire diversi ruoli nello spettacolo, particolarità che rappresenta per gli attori un’ottima occasione per mettere alla prova la concentrazione dei singoli e il livello di coesione del gruppo.

Visto il 18-02-2020
al Alfieri di Torino (TO)