Quando pensiamo ai clochard, l'idea a cui siamo abituati è quella di persone sporche ed ignoranti che vivono nelle strade pubbliche e rovistano in mezzo all'immondizia. Certamente questa idea è vera ed è quella che ci trasmettono i telegiornali. Ma anche vero che spesso si tratta di persone che una volta erano dignitose e che ancora adesso nutrono dei sentimenti, come l’amore.
Cheng e gli altri, opera drammaturgica della promettente Carla Arduini (che vanta anche esperienze come scrittrice e critica letteraria), ci mostra proprio questo lato dei cosiddetti "barboni", il lato più lirico.
La pièce, messa in scena dall'abile regista Fabrizio Pompei di Teatro Alchemico (giovane realtà aquilana di teatro sperimentale), è stata davvero toccante.
Cheng è uno dei tanti clochard che affollano indisturbati ed invisibili le strade di tutto il mondo. Un altro è Yussuf, marocchino di 37 anni, arrivato in Italia pieno di sogni e poi morto congelato dopo essere stato gettato in una fontana da un gruppo di ragazzi.
Il loro sogno più ricorrente è la casa. Tutti ne hanno un'idea, ma sanno pure che ormai la loro abitazione è senza mura o tetto e senza giochi per i bambini; in compenso è piena di polvere, frequentata da gatti, topi e piccioni: cioè si tratta della strada.
Le loro storie non necessariamente sono tristi; o per lo meno, lo sono, ma essi stessi cercano di tenersi allegri, oppure c'è chi li aiuta. Per esempio, tra i clochard, c'è pure chi ha vinto il titolo di Miss Senza Tetto.
Lo spettacolo ha messo infatti in scena una sorta di rassegnazione ottimistica dei clochard che, tra la fame, il freddo o la morte per assideramento, non hanno mai rinunciato a giocare creativamente con i materiali che trovavano tra la spazzatura, come i vestiti gettati via da qualcuno, le buste vuote da usare in esercizi di giocoleria oppure un metro che opportunamente piegato diventa lo schermo di un televisore attraverso cui i nostri poveri amici inscenano le loro trasmissioni, dai telegiornali, alle pubblicità,... Quindi una sorta di routine e di normalità... ma che poi finisce col chiedere l'elemosina o nel sistemare la culla di un bambino (improvvisata con uno zaino) su un secchio della spazzatura, oppure ancora in una rissa tra clochard perchè uno ha corteggiato la fidanzata dell'altro.
Sono tematiche forti, ma trattate con delicatezza per mostrarci che anche loro hanno i nostri stessi sentimenti amorosi.
La pièce è durata un'ora ed era divisa in 3 parti strutturali. In realtà, tematicamente, il testo era unito. La prima e l'ultima parte, in una sorta di cornice multi-mediale hanno mostrato, all’inizio alcune foto delle città ricche, dalla notte tranquilla rischiarata dai lampioni, al risveglio e all'affollamento delle strade; poi, nella parte finale, le contraddizioni, con foto di ville ricche contrapposte ai clochard e, sul finale, il terribile quanto scandaloso video tratto da una trasmissione americana nella quale si esponevano bambole raffiguranti 5 donne fallite (e noi di solito pensiamo alle Barbie!!!). La parte centrale era quella relativa alla vita quotidiana dei clochard, lasciata all'interpretazione degli attori Aldo Spahiu, Federica Scappa e Daniele Micheli che, nella caratteristica tipica del teatro sperimentale, non avevano un ruolo preciso, ma di volta in volta mettevano in scena un aspetto della vita dei barboni.
Tutto lo spettacolo era accompagnato da musiche di ogni tipo e genere (dalla classica al rock) che hanno evidenziato o separato i diversi momenti dello spettacolo.
Prosa
CHENG E GLI ALTRI
Anche i clochard amano e sognano
Visto il
17-12-2010
al
Alchemico
di EX L'Aquila
(RI)