Prosa
CHIAMATEMI PURE PROFESSORE!

Se un gruppo di “matti” venis…

Se un gruppo di “matti” venis…
Se un gruppo di “matti” venisse involontariamente rinchiuso all’interno di una stanza a svelare le proprie debolezze, paure e fissazioni quali potrebbero essere le conseguenze? Equivoci, dialoghi esilaranti, giochi di parole e colpi di scena sono l’essenza di uno spettacolo comico di buona fattura, con molte improvvisazioni e cura della mimica del corpo, delle espressioni facciali e dei toni della voce. La commedia, in due atti, è ambientata nello studio di uno psicologo, che dovrà risolvere un problema causatogli da un errore del sistema d’informazione computerizzato, che ha fissato gli appuntamenti dei pazienti ogni nove minuti invece dei consueti novanta. Una telefonata stravolge la giornata del dottore: un suo paziente minaccia di gettarsi dalla finestra. Insieme alla sua segretaria decide di accorrere per evitare lo sciagurato gesto. Lo studio viene lasciato incustodito, con il solo Giacomino, paziente di vecchia data, a presidiarne il divano. Poco alla volta, arrivano tutti i personaggi, la cui sfera umana abbraccia una serie di atteggiamenti e/o sindromi che l’uomo moderno vive nel contatto con gli altri e la società. Avremo, dunque: il bambino ritardato, impegnato a scarabocchiare sul suo quaderno ma vigile spettatore degli eventi; il barbone ubriaco, detto Penelope, che si spaccerà per dottore e aiuterà gli altri pazienti ad uscire dalle proprie ansie e paure; il narcolettico, che si addormenta ogni qual volta viene pronunciata la parola “crociate”; l’ipocondriaco, fanatico dei telefilm dedicati alla medicina e costantemente ossessionato dalla paura di ammalarsi; la ragazza magra, con problemi mentali legati alla sfera del cibo; la scaramantica, aggressiva verso gli altri per difendere sé stessa, non sopporta chi incrocia le gambe perché porta male; la casalinga annoiata, che vive le sue giornate a non far nulla pensando a quello che deve fare domani; la svampita in amore, sempre mollata dai suoi spasimanti, vuole essere agli occhi degli altri quello che lei, in realtà, non è; la donna in carriera, verace femminista votata al conflitto col genere maschile; il ladro, che si troverà casualmente al centro delle vicende dei protagonisti e verrà da loro adottato, in piena Sindrome di Stoccolma, e da loro difeso all’arrivo della polizia; lo psicologo, dal forte accento tedesco, che impazzirà quando scoprirà che i suoi pazienti sono guariti grazie al trattamento del “professore barbone”. Il narcolettico è il vero collante che unisce i personaggi, i quali si troveranno impegnati a collaborare tutti insieme per aiutare lo sfortunato compagno di avventura. Ricreando l’evento traumatico, ovvero, l’interrogazione di storia sui crociati, il narcolettico avrà la possibilità di riscattare sé stesso, mentre gli altri personaggi vinceranno le proprie ansie e paure grazie al gioco di squadra terapeutico messo in atto. Penelope, il “professore”, riesce a guarire gli altri personaggi grazie alla sua semplicità e alla profonda conoscenza del genere umano, posseduta solo da quelle persone che condividono la loro sofferenza con gli altri. Ogni personaggio racchiude delle peculiarità, che consentono di realizzare uno spettacolo molto vario dal punto di vista dell’umanità, condito da una buona dose di comicità che rende più leggere le tematiche affrontate. Milano - Teatro dell'Arca - 15 dicembre 2007
Visto il
al Arca di Milano (MI)