Ancora prima dello spettacolo nel suo complesso, due sono gli elementi che suscitano ammirazione nell’adattamento teatrale del Cirano di Bergerac, di Rostand, che Corrado d’Elia ripropone ormai da vent’anni, sempre con grande successo, in tutta Italia: la scenografia, un piano inclinato, spoglio, ma di grande effetto, che viene di volta in volta riempito da semplici oggetti e “vissuto” dalla naturale presenza sul palcoscenico degli attori, che vi rappresentano il più romantico (ma sfortunato) dei triangoli amorosi; quello tra Cirano, abile spadaccino, dall’ingombrante naso, ma ancor più esperto di rime e di parole, innamorato della cugina Rossana, che a sua volta stravede (ricambiata) per Cristiano, bello ma privo di spirito.
Il secondo elemento è il pubblico che, ancora dopo anni, assiste con attenta partecipazione allo svolgersi della vicenda sul palco. Oltre a chi conosce già bene lo spettacolo, non si può negare che anche lo spettatore che vi assista per la prima volta, si trovi di fronte a un allestimento di buona fattura, drammaturgica e non solo.
Corrado d’Elia è mattatore nel ruolo del protagonista, un Cirano dai modi sognanti, ma allo stesso tempo realista e poco incline al compromesso, al punto di non far fatica a mostrare il suo disprezzo nei confronti dei potenti. L’attore riflette, si diverte e si infervora in egual misura, padroneggiando con impeto e stile il rapporto con la fisicità del personaggio, mettendola “al servizio” di una vasta gamma di emozioni e registri linguistici.
Vibrante l’interpretazione di Giovanna Rossi, nel ruolo di Rossana, determinata nelle azioni, nel portamento e nelle parole.
Michel Altieri, dopo tanto musical in Italia e oltreoceano, torna a dedicarsi alla prosa, sviluppando con particolare impegno gli aspetti prossemici inerenti il suo personaggio, il giovane cadetto Cristiano, al quale si rapporta con la giusta empatia, oltre a incarnarne fedelmente la fisicità.
Un’aderenza al personaggio che – dal punto di vista interpretativo – trova il suo apice nell’attimo dell’estremo sacrificio di Cristiano: un momento di disperazione, dai toni molto drammatici, che Altieri affronta con realistico e calibrato vigore.
Tutti gli altri componenti della compagnia sono impegnati nell'interpretazione di più ruoli, oltre a quello di cadetto di Guascogna (per gli uomini); sono da citare Alessandro Castellucci, nel ruolo di De Guiche, potente di turno, innamorato anch’egli di Rossana; Francesco M. Cordella, nel divertentissimo doppio ruolo di un attore scadente e di un pasticcere con la vena poetica; e Claudia Negrin, frizzante ed esilarante in tre ruoli femminili di supporto alla vicenda.