Prosa
CLAUDE

In uno spazio scenico astratt…

In uno spazio scenico astratt…
In uno spazio scenico astratto ed essenziale, sospeso tra realtà e visione onirica, Yves, giovane prostituto gay, è sottoposto ad un estenuante ed energico interrogatorio da parte dell’ispettore Robert intento a scongiurare un clamoroso scandalo. Yves ha spontaneamente confessato il suo omicidio ma si rifiuta di darne ulteriori spiegazioni; ne restano pertanto ignoti il movente e la dinamica. Da qui ha inizio l’allucinato dramma intimista, giocato sulla corda pazza dell’assurdo: un tesissimo braccio di ferro tra i due protagonisti (Borrelli-Capasso) in cui verità, menzogne, rimorsi, angosce, confessioni, timori ed inseguimenti psicologici si alternano vertiginosamente con ritmo incessante fino alla “tirata finale”- appassionata e ben resa - di Roberto Capasso, nella quale Yves cede definitivamente e narra del pietoso delitto e delle motivazioni che lo hanno portato all’omicidio di Claude. Tratto da “Being home with Claude” di Renè Daniel Dubois, l’adattamento, curato dallo stesso R. Capasso e da S. Aruta, pone l’accento sulla “tragicità dei sentimenti dei protagonisti”: straordinario connubio di solitudine ad amore passionale. Efficace, incisiva e ben calibrata la regia del giovane Roberto Capasso.
Visto il
al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli (NA)