Prosa
DIARIO PERPLESSO DI UN INCERTO

Claustrofobici momenti.

Claustrofobici momenti.

Seguire lo spettacolo di Walter Fontana alle Scuderie Granducali è quasi una missione, per i pochi- nemmeno troppo pochi- posti a sedere nel teatro e per le date vicine assai compromesse da programmazioni teatrali toscane non troppo intelligenti.

Un testo più americano che di italiche memorie, due genitori cinquantenni isolati in un palazzo in costruzione, al settantesimo piano di quello che diventerà un liceo sperimentale all'avanguardia, dove intendono, o forse no, iscrivere la figlia.

I due non sono bloccati all'interno del palazzo, eppure si sentono costretti in quello spazio impersonale e non finito che rappresenta il reciproco rapporto interpersonale: sono divorziati da anni ma non  si sono mai chiariti riguardo a certi argomenti, o più semplicemente non hanno mai affrontato realmente certi argomenti, come la fedeltà, il lavoro e la propria figlia, che risulta essere il punto focale della loro nondiscussione.

Aiutati dal test per la pre-iscrizione al Liceo i due saranno protagonisti di una gara al massacro psicologico.

Se la madre conosce sua figlia come una ragazza pacata, silenziosa, indifferente alle mode e abbastanza ambiziosa, il padre la descrive come addicted alle tecnologie e poco o niente dedita allo studio, generosa e"parlante", segno che i due non hanno dato tutte le attenzioni necessarie alla loro unica erede. Problemi di ogni giorno e luogh comuni, preocccupazioni ordinarie di genitori distratti oppure troppo occupati a badare a sè stessi; il testo non presenta particolari insidie nè attrazioni per i due attori, anzi deve ringraziare la loro personalità e il loro carattere brillante per risultare interessante e non piatto come invece sembrerebbe sulla carta.

Visto il 15-12-2011