Al Teatro San Genesio di Roma per tre serate (dal 28 al 30 ottobre) è stato proposto lo spettacolo “Closer” tratto dal testo del drammaturgo inglese Patrick Marber. Testo già rappresentato a Londra e a Broadway più di una decina di anni fa, poi portato sul grande schermo dal regista Mike Nichols nel 2004 e ora nuovamente trasferito sulla scena grazie al lavoro del regista Massimiliano Gracili.
Una trasposizione teatrale resa in chiave cinematografica attraverso repentini cambi di scena, effetti di luci ed ombre che scandiscono il passare del tempo e l’ azione dei protagonisti.
Due uomini e due donne intrecciano tra loro violente e veementi relazioni; si incontrano,scontrano, innamorano, sposano, lasciano, riavvicinano. I personaggi (interpretati intensamente da Edoardo Ciufoletti, Maurizio Lombardi, Chiara Ricci, Caterina Carpinella) fisicamente ricordano molto gli attori del film “The Closer”: Jude Law, Clive Owen, Jiulia Roberts e Natalie Portam.
Quella in scena è una pièce forte e dura; affronta temi come l’ amore, il sesso, il tradimento, svela in profondo l’ intimità dei sentimenti umani in tutte le sue sfaccettature. E mostra quanto sia difficile e problematico comprendere la sfera degli affetti; anche il carattere delle persone (la fragilità viene scambiata per tenerezza, la brutalità per passione…), rivela la debolezza dell’ animo umano preda di impulsi irrazionali ed egocentrico.
È uno spettacolo ben costruito sulla forza, spesso brutale; con le parole, i gesti, gli sguardi, si ricerca la tensione per coinvolgere gli spettatori (che comunque trovano anche occasione di sorridere soprattutto alle battute di Maurizio Lombardi nel ruolo del dermatologo affetto da pulsioni erotiche).
“Closer”, con tutta la sua asprezza, permette di riflettere su quanto si sia non sempre capaci di comunicare con gli altri, tanto da non riuscire a districarsi tra verità e menzogna, continuando così a vivere in un mondo di sofferenza e falsità.
Visto il
al
San Genesio
di Roma
(RM)